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Le studentesse del liceo Basile con i Vespri Siciliani per discutere sulla Misericordia

| Giulia Romano * | La parola agli alunni

Apprezzata partecipazione ad un incontro su tematiche quanto mai attuali

MONREALE, 26 febbraio – Qualche giorno fa si è tenuta a Palermo la presentazione del libro-intervista di Papa Francesco "Il nome di Dio è Misericordia", scritto insieme al vaticanista e coordinatore di Vatican Insider, Andrea Tornielli.

Uscito in ben 86 Paesi del mondo, il libro sta facendo molto parlare di sé ed il merito sarà tutto degli interrogativi che suscita nel lettore. L'incontro è stato organizzato dal professore e gesuita Francesco Paolo Rizzo, il quale ha voluto far sì che ci si interrogasse e si dibattesse circa il concetto di misericordia. Sono, quindi, pervenuti nell'auditorio del palazzo antistante Casa Professa, molti cittadini, tra cui un gruppo di studentesse del liceo classico "Emanuele Basile".

Il sacerdote gesuita è, infatti, fondatore e presidente dell'associazione "Vespri Siciliani", apolitica e super partes, socialmente impegnata per dar voce ai cittadini che vogliono dare il loro contributo all'esigente realtà siciliana per renderla a misura d'uomo. Le alunne della V A classico, guidate dalla loro docente di latino e greco Rosaria Cicatello, collaborano con l'associazione ormai da quasi tre anni e in quest'ultimo sono diventate membri effettivi.

Tra i relatori della presentazione, noti intellettuali palermitani. Il primo, Fabrizio Lentini, scrittore e giornalista di Repubblica, ha illustrato la relazione che lega la misericordia e l'accoglienza, definendo la Chiesa di Papa Francesco rivoluzionaria in quanto riconosce l'importanza dell'accogliere chi sbaglia. Non bisogna lottare contro "gli erranti", quanto più contro l'indifferenza ad essi: "L'umanità ha delle ferite e necessita di medici da campo".

Il secondo, Giuseppe Savagnone, professore di Storia e Filosofia, ha esemplificato la celebre parabola del Figliol Prodigo per dimostrare all'auditorio come la misericordia sia concettualmente lontana dal buonismo. Tra il peccatore e chi perdona con misericordia, in questo caso Dio, si instaura un particolare rapporto che è quello del dono, difficile da comprendere per la nostra società del mercato. Il dono non è vincolante, ma genera nel peccatore il dubbio, portandolo a riflettere su se stesso e sulla sua condotta. Dio sarà quindi ricambiato per il suo dono attraverso il cambiamento che si genera nel peccatore.

In relazione alle riflessioni dei relatori, si è formato un dibattito, durante il quale gli spettatori sono intervenuti per raccontare le loro esperienze e per trarre le loro considerazioni. Un interrogativo, in particolare, ha assunto un certo spessore, ed è quello posto dalla studentessa Simona Catalano, che ha chiesto ai presenti come sia possibile perdonare e avere misericordia verso personaggi, quali i mafiosi, che hanno rovinato la nostra terra e l'immagine stessa di essa. A porsi questa domanda erano diversi tra i presenti e presto uno di loro ha trovato la sua personale risposta: "Capiamo di poter perdonare gli altri quando ci rendiamo conto che siamo tutti peccatori e che sbagliamo e nonostante i nostri sforzi abbiamo bisogno di misericordia. Solo a quel punto ci rendiamo conto che anche gli altri ne hanno bisogno ed è così possibile accogliere anche i grandi peccatori."
Al termine dell'incontro, le studentesse erano davvero entusiaste di aver partecipato attivamente al dibattito e si sono trovate tutte d'accordo nel dire che quest'ultimo è stato fortemente formativo per le risposte che hanno trovato, ma ancora di più per gli interrogativi che ha generato.

*studentessa della V A del liceo classico  "Emanuele Basile"

· Enzo Ganci · Editoriali

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