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La non violenza della storia: se ne è parlato al liceo “Basile”

| Giulia Romano * | La parola agli alunni

Un focus sul tema dalla fondazione di Roma ai giorni nostri

MONREALE, 5 dicembre - Nonostante l’ultima delle due settimane dello studente stia per volgere al termine, l’interesse degli alunni non scema affatto. Si è svolto ieri il secondo di due incontri, il cui tema principale ha fatto emergere lo spirito critico dei ragazzi e delle ragazze: la nonviolenza.

I principi di questo pensiero filosofico erano stati ampiamente esposti il mese scorso nell’aula magna del liceo artistico dal professore Andrea Cozzo, docente di letteratura greca all’Università di Palermo. La tematica focalizzata nell’incontro di ieri, che si è tenuto nei locali del “Basile”, è stata invece quella degli atteggiamenti nonviolenti nella quotidianità e nella storia.

Il professore ha fatto presente ai ragazzi che “la nonviolenza non è passività e non è nemmeno ‘porgere l’altra guancia’”, al contrario, necessita di creatività ed empatia, cui bisogna essere educati. Gli esempi portati all’attenzione degli alunni e delle alunne sono due: una rapina e l’occupazione della facoltà di Lettere e Filosofia (1994). In entrambi i casi i conflitti vengono risolti dall’atteggiamento nonviolento della vittima che, lasciando basito l’aggressore, evita il perpetrarsi dell’atto violento.

Il professore passa quindi ad analizzare gli eventi storici nonviolenti più significativi e il primo tra tutti è quello che riguarda la fondazione di Roma e che passa alla storia come “Il ratto delle Sabine”. E’ proprio in questo momento che per la prima volta si può parlare storicamente di nonviolenza: le Sabine, assumendo il ruolo dell’interposizione all’interno del conflitto, fecero cessare le guerre e raggiungere così la pace.
Ma questo è soltanto uno dei diversi esempi del mondo antico evidenziati dal docente, il quale dimostra che diverse situazioni storiche e mitiche di quel tempo non sono solo grandi esempi di non violenza, ma anche ispirazione per le generazioni future, vedasi l'astensione sessuale in Kenya nel 2009, protesta che avrà senz'altro ripreso quella di Lisistrata, personaggio dell'omonima commedia di Aristofane.

A catturare particolarmente l'interesse degli alunni e delle alunne, sono gli esempi storici del secolo scorso, quali la Tregua di Natale del 1914, anno in cui i soldati in guerra smisero di lottare per festeggiare il Natale e senz'altro l'occupazione da parte dei Paria, ritenuti impuri, della strada cui era stato loro vietato l'accesso in quanto sacra, avvenuta dal 1923 al 1924.
Il professore Cozzo ha attenzionato, quindi, la durata di quest'ultima protesta, chiarendo che ottenere risultati in modo nonviolento necessita di tempi maggiori, ma che questi saranno sicuramente duraturi, basti pensare alle conquiste del movimento femminista.
Gli studenti e le studentesse danno avvio ad un dibattito, cercando di trovare possibili soluzioni a conflitti scolastici che possono emergere dalle differenze d'opinione e risulta chiaro che una volta compreso come si agisce da nonviolenti le soluzioni appaiono con naturalezza.

Sembra proprio questo l'obiettivo dell'incontro per la docente di storia e filosofia, Finella Giordano, la quale ha ritenuto che la scuola sia uno dei luoghi ideali per educare alla nonviolenza: “ Penso che la scuola sia il luogo privilegiato per avviare un percorso formativo all'atteggiamento nonviolento: la nonviolenza non deve essere solo episodica, deve essere una scelta”.

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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