Precari, la Commissione Europea dice: "La normativa italiana viola le direttive comunitarie"

Si apre uno spiraglio sulla stabilizzazione  per migliaia di dipendenti a tempo determinato

NAPOLI, 13 ottobre - Per la Commissione dell'Unione Europea la normativa italiana sui precari viola la direttiva comunitaria, ma spetta al giudice nazionale far rispettare il diritto comunitario e applicare le relative sanzioni.

È quanto si deduce dalle osservazioni inviate alla Corte di giustizia europea sui ricorsi pendenti sollevati dal tribunale del lavoro di Napoli in merito alla stabilizzazione di quattro docenti precari. Non ci sarebbero le ragioni imperative e oggettive invocate dalla Cassazione, come introdotte dalla legge 106/11, né possono le ragioni finanziarie giustificare l'abuso dei contratti a termine nel settore pubblico e in particolare in quello scolastico. Nessuna discriminazione tra docenti precari e di ruolo è giustificabile a parità di lavoro svolto. Esulta Anief che per prima, nel gennaio 2010, denunciò la vicenda avviando il contenzioso seriale per migliaia di precari. Ora si attende la sentenza della Corte di Lussemburgo.

Per Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo della Confedir che ha un proprio rappresentante nel C.E.S.E., "si tratta di un momento storico perché se le osservazioni della Commissione UE saranno accolte dalla Corte di Giustizia europea, migliaia di precari otterranno giustizia nei tribunali italiani e si porrà fine alla precarietà quale usuale condizione di lavoro nella scuola, a discapito della continuità didattica, della valorizzazione della professione, dell'assunzione dei giovani insegnanti. Sarà estirpato un cancro che per più di vent'anni ha segnato un pagina nera nel reclutamento scolastico, un cancro condannato già da diversi tribunali del lavoro nei ricorsi presentati dai legali dell'Anief coordinati dagli avvocati monrealesi Fabio Ganci e Walter Miceli e sottoposto alla Corte europea anche dalla Consulta nel ricorso patrocinato dagli avvocati Galleano e De Michele".