Ci sono anche insegnanti monrealesi tra gli immessi in ruolo dal Tribunale del Lavoro di Palermo

I docenti erano assistiti dagli avvocati Walter Miceli e Fabio Ganci

MONREALE, 30 luglio – Ci sono anche inseganti monrealesi tra quelli che sono stati immessi in ruolo grazie alla sentenza del Tribunale del Lavoro di Palermo di qualche giorno fa, che ha visto soccombre il Ministero dell'Istruzione.

La sentenza riguarda in totale tredici docenti che saranno quindi assunti a tempo indeterminato dopo aver iniziato il contenzioso nel 2009 al Tar Lazio per l'inserimento a pettine, assistiti dagli Walter Miceli e Fabio Ganci. La decisione del Tribunale di Palermo, pubblicata il 26 luglio, scorso è tanto più importante perché si accompagna a decine di sentenze emesse negli altri Tribunali d'Italia e a più di 400 ordinanze cautelari di analogo contenuto.

La questione dei ricorsi pettine è ormai nota a chi ha seguito le vicende del precariato scolastico e l'annosa questione dell'inserimento nelle graduatorie.

Tutto inizia nel 2007, quando l'allora direttore generale in un nota precisa che nel successivo aggiornamento non sarà permesso il trasferimento da una provincia all'altra. Tale nota viene impugnata e annullata dal Tar Lazio nei ricorsi patrocinati dall'Anief. Nel 2009, durante l'aggiornamento provinciale delle graduatorie dei docenti precari, viene negata nuovamente la possibilità di effettuare il cambio della provincia di appartenenza.

La violazione del diritto al trasferimento provinciale, e quindi alla libera circolazione dei lavoratori sul territorio nazionale, oltre che la violazione del criterio del merito (punteggio posseduto) per accedere alle supplenze e alle nomine in ruolo nella scuola pubblica, induce nuovamente migliaia di precari ad affidarsi all'ANIEF e ai suoi legali Fabio Ganci e Walter Miceli.

La vicenda, infine, approda alla Corte Costituzionale che con una lapidaria sentenza del febbraio 2011 dà piena soddisfazione alle tesi strenuamente sostenute dall'ANIEF e ribadisce che il collocamento "in coda" risulta illegittimo "perché, in modo irragionevole e in violazione del principio di uguaglianza, prevede una diversa disciplina a seconda del momento in cui il docente chiede il trasferimento da una graduatoria provinciale ad un'altra".

Dopo la sentenza dei giudici costituzionali, tuttavia, il Ministero nega il diritto all'immissione in ruolo dei ricorrenti costringendo i ricorrenti a rivolgersi al giudice del lavoro per ottenere l'agognata assunzione. L'ANIEF così organizza una rete di legali su tutto il territorio nazionale per depositare nei Tribunali di tutta Italia centinaia di ricorsi e far riconoscere definitivamente il diritto dei propri assistiti.