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Conversazioni filosofiche sull'antropocene, ieri il convegno a Monreale

| Giuseppe Cangemi | Istruzione

Gli studenti del liceo Basile-D’Aleo hanno dialogato oggi con Lorenzo Palumbo. LE FOTO

MONREALE, 21 febbraio - Si è tenuta ieri, a Casa Cultura Santa Caterina, una conferenza sul tema dell'antropocene sostenibile. Promossa dal liceo Basile-D'Aleo in sinergia con il Comune di Monreale, ente ospitante, e l'associazione Lympha, curatrice del Festival delle filosofie di Palermo in sinergia con l'Università degli Studi di Palermo.

L’iniziativa formativa è stata incentrata sul tema della cittadinanza attiva e consapevole ed è stata sostenuta dalla dirigente scolastica, Loredana Lauricella, purtroppo assente all’evento per impegni istituzionali pregressi. Hanno portato i saluti istituzionali il sindaco, Alberto Arcidiacono, e l'assessora alla Pubblica Istruzione, Rosanna Giannetto con l’intervento del segretario generale del Comune, Giovanni Impastato.

L'incontro è stato moderato da Maria Rita Fedele, docente di filosofia e storia del liceo Basile-D'Aleo, e tenuto da Lorenzo Palumbo, presidente del Festival delle Filosofie di Palermo, docente di Etica degli Affari presso l'Università degli Studi di Palermo ed esperto in etica ambientale.

I temi della conferenza hanno suscitato notevole interesse fra gli studenti partecipanti, tant'è che numerosi sono stati gli interventi in cui gli alunni delle classi V C, IV A e B del liceo scientifico monrealese hanno dialogato con Lorenzo Palumbo ponendo significative domande di carattere filosofico e politico. Molto apprezzato l'intervento di Elio Ganci, anche in rappresentanza del liceo Basile-D'Aleo.

Gli snodi principali della conferenza hanno ruotato attorno a parole chiave quali responsabilità, natura, libertà, liberismo, capitalismo, società multinazionali. Il relatore ha esordito dicendo che l'antropocene segna una nuova era geologica, in cui le azioni umane hanno un impatto considerevole sull'ecosistema. Riprendendo il capolavoro di Leonardo da Vinci, ha focalizzato l'attenzione sul rapporto tra physis e techne ribadendo che “la natura non costituisce più lo sfondo della figura umana, com' è possibile constatare nel capolavoro vinciano, ma è divenuta anch'essa figlia della storia”. E ancora: “La natura - ha affermato Lorenzo Palumbo - senza l'intervento umano non esiste più; non c'è più nulla che non sia oggi antropizzato!“.

Numerose le citazioni filosofiche che hanno ruotato attorno al tema, oggetto della conferenza. Innanzitutto Vico, Kant, Stuart Mill, Locke e poi è stato il momento di Hans Jonas, rappresentante del pensiero filosofico ebraico della seconda metà del Novecento, al quale si deve l'elaborazione di un nuovo imperativo categorico, che differentemente da quello kantiano, punta alla valutazione delle conseguenze delle nostre azioni sulle generazioni future e ad una nuova etica per la "civiltà" tecnologica.

Altre puntualizzazioni di rilievo del relatore hanno riguardato, infine, il rapporto tra le multinazionali e i problemi ambientali: “Il 63% delle emissioni di biossido di carbonio e metano - ha concluso Lorenzo Palumbo - sono a carico delle multinazionali. Quanto siamo responsabili, dunque, del cambiamento climatico, dell'inquinamento atmosferico?“.

La conferenza è terminata con riflessioni che, superando la prospettiva del catastrofismo, hanno voluto rilevare quanto individualmente e su scala globale si possa ancora fare, oggi, per l'attuazione di un antropocene sostenibile, che vada ben oltre la retorica propagandistica dei 17 goals dell'Agenda 2030, per consegnare ai "figli" del futuro un ambiente più vivibile e degno di essere vissuto.

· Enzo Ganci · Editoriali

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