Nell’occasione si è tenuta la presentazione del libro “Albicocche e sangue”, che racconta la storia del fratello Giuseppe
MONREALE, 20 febbraio – Monreale non deve dimenticare Giuseppe Bommarito che ha sacrificato la sua vita per portare avanti la sua missione ad ogni costo. Il suo coraggio, la sua bravura investigativa e la sua presenza sul territorio accanto a due capitani come Emanuele Basile e Mario D’Aleo gli costarono la vita e per questo fu ucciso.
Allo scopo di fare memoria tra i giovani monrealesi di Pioppo di una così importante verità e pagina della storia della città, si è tenuta stamattina, alla presenza dei vertici dell’Arma dei Carabinieri e dei familiari di Giuseppe Bommarito, nell’aula magna della scuola Margherita di Navarra la presentazione del libro ''Albicocche e sangue'' di Francesca Bommarito, sorella dell’appuntato ucciso dalla mafia.
Quest’ultimo racconta la storia del fratello dell’autrice, appunto, l’appuntato Giuseppe Bommarito, ucciso il 13 giugno del 1983, in via Scobar, a Palermo con il capitano Mario D’Aleo e il carabiniere scelto Pietro Morici. Alla presentazione del volume hanno preso parte, alla presenza dell’autrice con Salvatore, figlio dell’appuntato, gli alunni delle classi prime di scuola secondaria di primo grado dell’istituto scolastico, la dirigente Patrizia Roccamatisi, il capitano Niko Giaquinto, comandante della compagnia carabinieri di Monreale e il comandante della stazione carabinieri di Pioppo, Antonio Rubino.
L’evento di oggi si inserisce tra le iniziative della Fondazione Bommarito che mirano a non far dimenticare una parte così importante della storia di Monreale, e di questo Francesca Bommarito è profondamente convinta, affermando che la storia del fratello Giuseppe non deve essere dimenticata. La testimonianza del libro “Albicocche e sangue” è così approdata oggi ancora una volta nelle scuole di Monreale, perché occorre partire proprio dai banchi di scuola per attuare una rivoluzione culturale che conduca soprattutto i giovani a non dimenticare una delle pagine più buie della storia della citta’.
Proprio su questo si è soffermato nel suo intervento il capitano Niko Giaquinto, che ha sottolineato come gli anni ‘80 siano stati anni profondamente funesti per l’Arma e le famiglie dei suoi caduti per mano mafiosa, ma iniziative come quella odierna sottolineano e fanno emergere, secondo il capitano, ancora oggi l’importanza della scuola come luogo in cui continuare ogni giorno a coltivare il seme della legalità. Dopo quaranta anni dalla strage di via Scobar gli alunni di Pioppo hanno così ripercorso un pezzo importante della verità storica in un libro che, come scrive Francesca Bommarito nelle conclusioni, ''tra le vostre mani è la mia più grande impresa come familiare di vittima innocente di mafia''.
“Attraverso questa iniziativa - ha dichiarato la dirigente Patrizia Roccamatisi- gli alunni hanno avuto modo di riflettere su temi tanto importanti, cogliendo dalla storia di Giuseppe Bommarito l’invito a coltivare e preservare la propria umanità e il coraggio in ogni ambito della quotidianità, ribellandosi ad ogni tipo di ingiustizia’’.
Per gli alunni delle tre classi, commossi e toccati dalle testimonianze che hanno ascoltato, in particolar modo attraverso il racconto di Francesca e di Salvatore Bommarito, è stata un’esperienza di crescita e di conoscenza di una pagina importante della storia di Monreale. Con i loro interventi hanno dimostrato di aver interiorizzato il messaggio veicolato in una giornata di legalità vissuta come scelta d'amore e raggio di speranza per il futuro.