Bonus di merito: dice di no anche la Veneziano, ma la forma è diversa

I docenti intascheranno la cifra, ma la devolveranno alle attività scolastiche

MONREALE, 2 luglio – Si allarga, a Monreale, la protesta contro il bonus concesso dal ministero della Pubblica istruzione agli istituti, per “premiare” i cosiddetti insegnanti più meritevoli.

Sulla scia della scuola Morvillo, anche gli insegnanti dell’istituto comprensivo “Antonio Veneziano” decidono di non fruirne, ma lo fanno con modalità diversa. “Io non credo – ha spiegato Beatrice Moneti – che sia possibile rinunciare al bonus, così il collegio docenti della nostra scuola ha deliberato di assegnarlo e poi saranno gli stessi insegnanti a devolverlo a beneficio di attività didattiche e formative della scuola”.
L’istituto Veneziano, dunque, per protestare contro questo bonus che proprio non piace al corpo docente, ha deciso di assegnare ad ogni singolo insegnante il riconoscimento economico, che sarà quantificato il 31 agosto, secondo i criteri stabiliti dalla commissione di valutazione, formata dalla stessa dirigente, un altro dirigente assegnato dall’Ufficio scolastico regionale, da 3 insegnanti e 2 genitori. Saranno i beneficiari, poi, sulla base dell’aliquota fiscale loro imposta, a destinare le somme alla stessa scuola, al netto della tassazione da versare allo Stato sulla cifra.

Saranno privilegiate le attività didattiche e formative previste dal Rav (rapporto di autovalutazione), alcune delle quali non possono essere avviate proprio per la carenza di fondi. La cifra totale che il ministero ha destinato all’istituto Antonio Veneziano è di 20 mila euro, al lordo.
“Non è questo – ha continuato la dirigente Moneti – il modo per premiare il merito, piuttosto si infrange il lavoro di squadra che deve connotare l’impegno all’interno di una scuola. Un docente sarà demotivato a condividere un’idea con i colleghi e spinto al successo individuale. A fronte di poche centinaia di euro all’anno, si alimentano competizioni insane e rancori, con ripercussioni negative sui ragazzi e fra gli stessi colleghi”.