Uso di sostanze psicotrope, l’obiettivo è vincere la disinformazione

Parla il neuropsichiatra Marcello Grasso, salito “in cattedra” alla scuola “Veneziano”

MONREALE, 1 maggio - Secondo incontro, presso l’istituto comprensivo “Antonio Veneziano”, con il neuropsichiatra Marcello Grasso e la sua equipé, per parlare di sostanze psicotrope e rischi sulla guida. Un progetto dell’Associazione italiana per la cura nelle dipendenze patologiche, rivolta alle classi terze dell’istituto.

“L’iniziativa è un modo – ha spiegato Grasso – di raggiungere 400 contatti diretti (i ragazzi) e circa 1200 indiretti, cioè gli studenti, destinatari del messaggio, diventano strumento di diffusione degli effetti devastanti delle sostanze psicotrope sulla guida. E’ stato appurato che è più facile veicolare il messaggio sulla dipendenza in modo indiretto, piuttosto che con un’etichetta esplicita, quella di “tossicodipendente”, che addirittura può apparire “accattivante”. La descrizione dei rischi, invece, che possono ledere la propria integrità fisica risulta più efficace. Al termine del ciclo informativo, sarà distribuito un formulario semi-strutturato da compilare con i genitori”.

Sull’argomento c’è ancora molta disinformazione, anche fra gli adulti. In pochi, ad esempio, conoscono o sanno leggere le tabelle di riferimento sul tasso alcolico, che per i neopatentati è 0 e per i conducenti “anziani”, 0,5. I parametri cambiano a seconda se ci si riferisce ad uomini o donne, a stomaco pieno oppure vuoto e al tipo di alcol che si assume. Comunque i tempi di dimezzamento del tasso alcolico si aggirano intorno alle due ore.

“Anche sui cannabinoidi – ha continuato Grasso – c’è molta disinformazione. È un falso che siano terapeuticamente utile, per certo influenzano in modo negativo lo sviluppo neuronale in età evolutiva. L’uso costante di alcol e droga danneggia l’efficienza dei circuiti neuronali, che si completano intorno ai 21/22. Studi compiuti prima in Spagna e poi a Berkeley hanno analizzato le risonanza su un gruppo di 40 ragazzi di 17/18 anni che non avevano mai assunte droghe, con un altro gruppo di coetanei che ne facevano un uso quasi costante.

La sovrapposizione fra la media dei due esami diagnostici, ha dimostrato in modo inequivoco che alcune aree del cervello risultavano meno sviluppate. Il problema è anche terminologico, oggi la distinzione fra droghe leggere e pesanti è priva di senso. La marijuana è stata geneticamente modificata e contiene un tasso di THC che non giustifica l’aggettivo “leggera”. Sui giovani, l’uso di cannabinoidi comporta un momentaneo senso di sicurezza, ma fa crollare la capacità di apprendimento e di concentrazione che li rende incapaci di svolgere anche una semplice divisione a due cifre”.