Scuola Veneziano, prosegue la campagna contro il bullismo

Ancora un incontro per sensibilizzare gli studenti sul fenomeno

MONREALE, 26 aprile – Continua il ciclo di incontri con gli studenti della scuola media “Antonio Veneziano”, per la prevenzione del bullismo.

Coinvolti l’avvocato Rosaria Messina, l’assistente sociale Angela Ganci, entrambe dell’associazione Donnattiva, impegnate nel Centro d’ascolto attivo presso la Caritas diocesana, e il vicecomandante dei Vigili urbani Castrense Ganci. L’iniziativa ha lo scopo di intervenire prima che si concretizzino fenomeni di bullismo nelle scuole, aiutando gli studenti a riconoscere il fenomeno. Tipizzazione del soggetto vittima del bullismo, ipotesi di reato derivanti da comportamenti a rischio e risarcimenti per le famiglie, l’oggetto dell’incontro odierno, cui erano presenti le prime classi. “Quelli – ha spiegato Rosaria Messina – che voi potreste considerare comportamenti “scherzosi”, sono tali soltanto se si divertono tutti, ma se hanno come oggetto sempre lo stesso compagno, diventano atteggiamenti a rischio penale.Non lasciate mai da soli i compagni che sono presi di mira da gesti prevaricanti e ricordate che il bullismo fa male non soltanto alle vittime, ma anche a chi ne è autore, perchè chiama in causa gli assistenti sociali e il Tribunale dei minori, per i ragazzi al di sopra dei 14 anni”.

Su questo aspetto è intervenuto il vicecomandante Ganci che ha ricordato ai ragazzi che c’è sempre chi paga: “Anche se voi non foste imputabili in ragione della vostra età, i vostri genitori dovrebbero comunque sborsare del denaro, per pagare l’avvocato e per risarcire eventuali danni arrecati alle vittime. Rivolgetevi a noi in qualsiasi momento e avrete sempre la certezza dell’anonimato”.

Angela Ganci ha mostrato delle slide per aiutare i ragazzi a riconoscere il fenomeno: “Chiusura in se stessi, nervosismo, incapacità di parlare in pubblico sono segni del disagio che colpisce chi è vittima di bullismo”. Al termine dell’incontro, il vicecomandante Ganci ha promosso sul campo i partecipanti, dichiarando gli studenti “sceriffi della legalità” e le studentesse “ambasciatrici della legalità”.