“Al Largo di Itaca, lo stereotipo del femminile” se ne è parlato ieri in aula consiliare

L’incontro era il secondo appuntamento de “La nottola di Minerva”. LE FOTO

MONREALE, 8 marzo - Si è svolto ieri l’incontro dal titolo “Al largo di Itaca: lo stereotipo del femminile”, interamente dedicato alla Giornata della Donna , secondo appuntamento del ciclo culturale “La nottola di Minerva”.

L’incontro è stato moderato dalla professoressa Maria Rita Fedele, docente di filosofia e storia del liceo scientifico di Monreale e consulente alla Cultura dello Comune, che, dopo il saluto dell’assessore allo Sviluppo del Territorio Ignazio Zuccaro, si è soffermata sulle ragioni del titolo, facendo notare che attorno alla leggendaria e mitica Itaca si raccoglie il pregiudizio culturale sull’identità femminile che si è poi stratificato nel corso del tempo, divenendo un vero e proprio stereotipo. C’è convergenza- ha detto la Fedele – tra molti studiosi nel ritenere che i miti e le filosofie della classicità greca siano i luoghi originari in cui nasce e si forma il pregiudizio sulle donne. Per tali ragioni, l’incontro intende ricostruire un discorso sul femminile negato, partendo dalla narrazione di storie di donne, la cui voce è rimasta inespressa lungo la storia ufficiale dei saperi”.

Il professore Vincenzo Ganci, invece, ha illustrato il lavoro svolto dalla classe 5 A del liceo scientifico, sotto la guida degli insegnanti Picicuto, Fedele e lo stesso Ganci. Si tratta di uno studio sulla figura di Costanza d’Altavilla, organizzato in un lavoro di sintesi che incrocia diversi piani di produzione: da quello della narrazione letteraria a quello storico e culturale nonché a quello biografico. Dal lavoro verrà estratto un articolo che sarà pubblicato nel II volume de “La Palermo e le donne” curato da Claudia Fucarino, presente all’incontro e relatrice.

Il professor Ganci nel presentare l’autrice ha sottolineato che Claudia Fucarino è un appassionata conoscitrice della storia, della cultura e delle tradizioni della città di Palermo, che, oltre a prestare servizio come esperta culturale al Comune della città, organizza percorsi culturali in collaborazione con diverse associazioni di Palermo, tra cui “Palermo Cultour”
Dal 2012 collabora con il gruppo di Toponomastica Femminile, di cui è referente per la Sicilia occidentale. La Fucarino si è mostrata disponibile ad accogliere il lavoro liceale degli studenti e a inserirlo nel saggio di toponomastica della città di Palermo ancora “in fieri”, relativamente alla produzione del secondo volume; si è mostrata anche disponibile a sostenere l’iniziativa del liceo scientifico di Monreale di presentazione di un’istanza al Comune di Monreale, che sarà formalizzata nei modi e nelle forme previste dalla normativa nonché dal Regolamento di Toponomastica della Commissione monrealese, per l’intitolazione di una via della cittadina normanna a Costanza d’Altavilla.

Attraversando volutamente i sentieri del mito, la professoressa Andò, pregevole ospite dell’incontro, ordinaria di Lingua e Letteratura greca dell’Università degli Studi di Palermo, ha illustrato, attraverso le figure mitologiche di Penelope e Andromaca come il femminile, pur risultando assegnato, per le connotazioni biologiche del sesso, allo spazio esclusivamente privato dell’oìkos, riesca ad essere espressione di un’estraneità creativa; così si scorge nel canto VI dell’Iliade, dove Andromaca, preoccupata per le sorti della guerra e per la perdita di Ettore, gli suggerisce alcune tecniche strategiche per la guida dell’esercito, mostrando di occuparsi di questioni di guerra che riguardano esclusivamente gli uomini, e poi Penelope, che, nello spazio dell’oikos e dietro la tessitura, nasconde la capacità di mantenere il potere politico di Ulisse, occupandosi proprio delle “cose” della città.

Maria Rita Fedele ha ribadito, però, che l’immagine di Itaca, da cui il titolo dell’incontro, è metafora di estraneazione del femminile dallo spazio politico, è simbolo di una storia in cui l’ordine politico maschile comincia a concettualizzarsi, per apprestarsi poi a diventare un’organizzazione politica vera e propria nell’Atene del V secolo a.C., cui è stato dato il nome di “democrazia”.
“Ora, nella cornice greca della politica – ha affermato la moderatrice dell’incontro – la collocazione della donna al centro della casa non le consente di abitare lo spazio pubblico della polis né di prendere parola nelle assemblee politiche dell’agorà. Nel medesimo istante in cui nasce la polis, la donna ne è, perciò, bandita e fa esperienza della sua radicale estraneità alla vita politica, poiché mentre tutti i cittadini maschi, per quanto diversi per residenza, ricchezza, famiglia, acquisiscono lo status di isoi e homoioi”.

L’incontro è passato poi alla fase degli interventi con il preziosissimo contributo di alcune studentesse delle classi del triennio del liceo scientifico. Sono intervenute Gaia Di Maria (Classe IV A) ed Adriana Versaci (classe IV A). Via, quindi alla lettura teatrale di alcuni passi dei dialoghi platonici Teeteto, Menesseno, Simposio affidati a Valentina Ricciardo, Giulia Marceca, Ester Correnti, Desiree Lanza, Federica Zuccaro e Miriana Basile (classe IV A).
A seguire è arrivata l’analisi dei contributi di Margherita Hack alla scienza e Francesca Schiera (classe IV A) mediante la presentazione di un power point ne ha illustrato gli interrogativi più significativi della nota astrofisica sull’infinito. Intervento, infine di Alessandra Guardì (Classe V B) .

L’intermezzo e il finale dell’incontro sono stati allietati dalla Canzone Bread and Roses di Bronwer Lewis affidata al grande talento di Silvia Puglisi (classe IV A) che ne intonato le note a cappella. La canzone è stata dedicata a tutte le donne in ricordo di chi ha aperto la strada. “Il pane e le rose” è divenuto, infatti, lo slogan di tutte quelle operaie tessili di Lawrence in Massachusetts che chiedevano non solo il pane ma appunto anche le rose cioè il riconoscimento dei diritti, primo fra tutti quello di voto. Da qui i movimenti delle suffragette che rivendicavano la piena partecipazione politica in un mondo fatto esclusivamente da uomini.