Il premio “Identità e Memoria” al Senato: il dovere di proseguire con maggiore impegno

Riceviamo e pubblichiamo...

Con il cuore ancora gonfio di emozione, ripercorro nella mente le tappe fondamentali di un’esperienza educativa condotta nella scuola che mi pregio di dirigere, esperienza grazie alla quale, nella Giornata del Ricordo del 10 febbraio 2016, la scuola “Pietro Novelli” di Monreale ha avuto l’onore di ricevere un prestigioso riconoscimento di merito presso il Senato della Repubblica.

La proposta concorsuale “Identità e Memoria”, promossa nel mese di ottobre dal MIUR in collaborazione con le associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati ha presto suscitato la mia attenzione e il mio interesse, proprio per la complessità e delicatezza della pagina storica trattata,che per troppo tempo è stata negata, nascosta, cancellata a causa di condizionamenti politici, ricatti ideologici, pavidità culturali e storiche.

Conservare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe, dell'esodo forzato dalle loro terre, diffonderne la conoscenza presso i giovani attraverso la scuola e ogni presidio educativo ho ritenuto rappresentasse un parziale risarcimento per i lunghi decenni durante i quali l'oblio e la rimozione sono stati l'indirizzo cui si attenevano anche le istituzioni repubblicane.

La particolare sensibilità e indiscussa competenza di tre docenti dell’Istituto, Giuseppina Cirino, Giuseppa Nicolosi e Loredana Polizzi, che hanno saputo raccogliere con entusiasmo e passione la mia proposta di partecipazione, ha dato vita a un progetto ambizioso, una sfida educativa, curata con dedizione e profondità, nonostante l’esiguità del tempo a disposizione e la complessità del tema. Con grande interesse e disponibilità le tre docenti hanno partecipato a Milano nel mese di dicembre al seminario formativo promosso dal MIUR, da cui hanno tratto interessati spunti di lavoro per il successivo percorso da svolgere con i bambini.

La ricerca è iniziata dallo studio di fonti scritte e iconografiche del periodo storico e della relativa situazione geopolitica dei territori del confine orientale alla fine del 1945, consentendo ai 10 alunni coinvolti nel Concorso di conoscere e comprendere termini quali: "identità, appartenenza, esodo, diaspora", generalizzandoli empaticamente al loro sentire, ai loro vissuti, dopo averli appresi dalla conoscenza di eventi lontani nel tempo e nello spazio. Tali eventi hanno duramente colpito le popolazioni istriane, fiumane e dalmate del confine orientale dell’Italia: un martirio di gente inerme, donne, uomini e bambini, che risulta purtroppo speculare rispetto gli attuali genocidi.

Lo studio e la ricerca di tale periodo storico, circoscritto ad eventi relativi a questa specifica area geografica, ha permesso ai nostri bambini di venire a conoscenza, per la prima volta, di fatti storici in genere poco divulgati, che probabilmente non avrebbero facilmente conosciuto e compreso nella loro evidente drammaticità. Questa disamina ha implementato la meta-cognizione su fenomeni ancora tristemente esistenti: la guerra, la distruzione ed i conseguenti flussi migratori, veri e propri esodi, che soprattutto gli abitanti della Sicilia, terra di confine, sentono particolarmente vicini ai loro vissuti quotidiani.

L’analisi approfondita dei presupposti storici, le riflessioni sul modus vivendi di chi fu coinvolto, la reinterpretazione empatica degli eventi hanno favorito ed enfatizzato la produzione di testi poetici, la realizzazione di disegni artistici a olio per esplicitare ulteriormente le produzioni scritte e la rappresentazione di un dipinto, olio su tela, raffigurante un insieme di rose rosse tra volti tristi e anonimi, interpretazione poetico/iconica di chi soffrì, di tutti i corpi offesi, vilipesi che giacquero pietosamente nelle Foibe. Tali dipinti e relative poesie fanno parte di una raccolta, una sorta di "Valigia della memoria", quasi a simboleggiare l'idea di un bagaglio da condurre sempre con sè, come risorsa per l'intera esistenza, come presupposto per custodire tutti i valori fondamentali dell' essere umano. Gli alunni, consapevoli dell'esperienza effettuata, sono diventati attori protagonisti di un video estremamente significativo, rielaborazione meta-cognitiva degli eventi del periodo, con la ideale consegna "dei ricordi e della memoria" ad un bambino siciliano, testimone del ricordo, ma anche cittadino consapevole ed attivo di una nazione coesa ed accogliente, l’ “Italia”. Il video si conclude con una “Ninna nanna” in dialetto, simbolicamente dedicata dai bambini siciliani a un bambino vittima delle Foibe.

La realizzazione di tale progetto ha rinsaldato ulteriormente i raccordi con le famiglie; alcune di queste sono state coinvolte nella produzione del video, rivelando interesse per la complessità, la delicatezza e la poetica sottese dalla conoscenza di tale periodo storico. L'iter effettuato ha avuto ricadute sui percorsi curricolari: ha potenziato le competenze linguistiche, ha implementato capacità di analisi meta-cognitica e critica e di problem solving, ha contribuito alla costituzione di un clima di confronto costruttivo e di scambio relazionale, ha permesso di acquisire delle conoscenze di tipo storico, geografico e politico, favorendo l'utilizzo originale, creativo, consapevole e finalizzato dei supporti tecnologici.

L’esperienza concorsuale condotta dalle tre docenti con i 10 bambini coinvolti, appartenenti a classi quarte e quinte della nostra scuola primaria, è frutto di impegno e studio approfondito di fatti ed eventi rielaborati in chiave artistica, che hanno avviato gli alunni verso l'analisi empatica e adeguatamente critica di uno status attuale legato ad un cosmo parallelo, molto vicino a noi, eppure distantissimo, ove ancora la dolorosa complessità della sofferenza reale viene a sprazzi violentemente catapultata nei nostri vissuti e che pertanto, come educatori e facilitatori di un "divenire uomo" e quindi di un “divenire cittadino", dobbiamo tenere nella giusta considerazione, enfatizzando ed implementando, in ogni percorso educativo, l'aspetto profondamente umano della pietas, che si concretizza attraverso l'acquisizione di quelle life skills, le quali formano uno studente, prima in uomo ed infine in un cittadino libero, consapevole, attivo e solidale. Dalle Foibe a Lampedusa, un viaggio nel tempo e nello spazio per far comprendere come la pace e la democrazia vadano coltivate e custodite con cura. Esse costituiscono il nostro patrimonio più prezioso, per nulla scontato.

Sento ancora forte la gioia provata nel ricevere dal MIUR la telefonata che mi comunicava l’assegnazione del Primo Premio Nazionale alla nostra scuola per gli elaborati pittorici, poetici e multimediali prodotti; ma ancor più grande è stata la mia sorpresa ed emozione alla richiesta di disponibilità nel presenziare alla Celebrazione della “Giornata del ricordo”, presso Palazzo Madama, con 25 alunni del Coro dell’Istituto, per eseguire in diretta televisiva la “Ninna nanna” composta in occasione del Concorso. Il testo del brano, nato dalla collaborazione con Antonella Vinciguerra, magistralmente armonizzato, arrangiato al pianoforte e diretto dalla nostra docente Antonina Terzo, è ispirato allo stile dei grandi cantastorie di Sicilia, Rosa Balistreri in primis, e mostra il pathos della poetica dialettale unita alle sonorità intense di accordi al pianoforte che sottolineano la drammaticità empatica ed espressiva di un sentimento intenso, condiviso, universale, contro tutte le frontiere ancora presenti nella nostra realtà ed i grandi  esodi di ogni latitudine, per trasformarsi nel linguaggio universale, nel codice unico ed inestimabile costituito dalla fusione delicata di musica e poesia, posta in essere da vibranti ed espressive voci infantili, che mercoledì 10 febbraio hanno emozionato l’Italia.

Dopo circa 20 anni di attività da me svolta nella scuola, quale servizio all’educazione e formazione della persona anche attraverso la musica, il cui valore ho sempre promosso e riconosciuto, non potevo desiderare di meglio: offrire agli alunni la possibilità di vivere un’esperienza significativa in un contesto istituzionale altamente rappresentativo, che offrisse a ciascuno di essi un’ulteriore occasione di crescita, di acquisizione di consapevolezza e di consolidamento del senso di appartenenza all’Istituzione scolastica, nonché all’intera Nazione. La consegna del Premio da parte del Ministro alla Pubblica Istruzione, Stefania Giannini, del Presidente del Senato Pietro Grasso e del Presidente dell’Associazione Nazionale degli Esuli Ballarin, alla presenza del Presidente della Camera Laura Boldrini e delle autorità militari, è stata accompagnata dalla seguente motivazione: “Con notevole sensibilità e accortezza il tema del concorso viene affrontato per mezzo di un’articolata espressione pluridisciplinare in cui gli alunni interpretano con produzioni poetiche, figurative e con notevole capacità espositiva il dramma dell’esodo giuliano-fiumano-dalmato. Si apprezza inoltre il richiamo a tragiche vicende a noi più vicine sulle quali fondare concreti elementi di cittadinanza attiva.” Un riconoscimento di valore che sintetizza la mission e la vision che l’Istituto Novelli ha condiviso dall’inizio della mia dirigenza: l’idea di una scuola dalla progettualità consapevole, in grado di orientare il sapere, il saper fare e il saper essere, trasformando i dubbi e le incertezze in valori guida della nostra società; una scuola più viva, flessibile, in sintonia con le nuove esigenze, con una visibile ricaduta sull’efficienza dei risultati educativi e sul successo formativo; una scuola che sappia cogliere il filo rosso che lega i cambiamenti, per costruire nuove proposte in modo chiaro e pertinente, finalizzate alla creazione di una società della conoscenza, dell’impegno e della responsabilità.

Da oggi, insieme alla comunità educante che mi è stata affidata, sento ancora più forte il dovere di proseguire, con sempre maggior impegno e attenzione, nella direzione intrapresa, consapevole della necessaria corrispondenza tra l’arte del pensare e del fare scuola e quella dell’imparare a essere cittadini in una società storicamente imprevedibile e complessa, all’interno della quale ciascuno eserciti l’etica della responsabilità a servizio di una polis in cui il dovere vada strenuamente ricercato e agito come esigenza interiore e non come adesione ad un dictat predeterminato. Solo attraverso la quotidiana promozione di valori universalmente condivisi, quali la giustizia, la libertà, l’uguaglianza, la solidarietà possiamo sperare in un futuro migliore per noi e per i nostri figli, un futuro che, facendo memoria del passato, ci indichi la strada da percorrere nel presente.

*Dirigente scolastica della direzione didattica “Pietro Novelli” di Monreale