"Progetto di legalità" dei carabinieri alla Guglielmo II

"Non dovete farvi giustizia da soli e rispettate le regole", questo il messaggio di Del Giacomo

MONREALE, 30 gennaio – Prosegue il viaggio dei carabinieri della Compagnia di Monreale nelle scuole. Stamattina è toccato all'istituto comprensivo “Guglielmo II” dove il capitano Paolo Del Giacomo ha tenuto una lezione ai ragazzi delle terze classi.

L'appuntamento con gli studenti è stato piuttosto frizzante e coinvolgente perché i ragazzi non sono stati semplici spettatori di una lezione, ma hanno partecipato con curiosità ed interesse agli argomenti trattati come il bullismo, i reati commessi in rete, l'imputabilità e non imputabilità dei minori, interagendo con Del Giacomo in un bel dialogo e rispondendo in modo intelligente.
Da un punto di vista tecnico il capitano ha spiegato la differenza tra imputabilità, che si raggiunge all'età di 14 anni e non imputabilità, quando si è al di sotto di questa soglia e delle conseguenze penali che ne derivano se si commettono dei reati. Ma per far meglio comprendere temi che per fascia d'età non sono di facile comprensione il capitano ha spiegato questi con grande abilità con degli esempi concreti.
Questo ha scatenato nel gruppo una vivace conversazione legata al mondo della moto, che, come si sa, è argomento di grande interesse per i ragazzi di questa età. Si è dunque spaziati dal reato di omicidio colposo, doloso o preterintenzionale, quando un minore causa un incidente, fino al fermo del mezzo se si è sprovvisti di documentazione.
Altro elemento di disquisizione è stato il bullismo, reato che di per sè non esiste nel codice penale, ma ne racchiude altri che invece sono contenuti nel codice come la rapina, l'estorsione, la diffamazione o l'ingiuria. Quando un ragazzino con violenza fisica o psicologica impone la propria volontà o offende un compagno, in quest'ultimo caso soprattutto attraversi i mezzi di comunicazione come social network, si deve avere la consapevolezza che il comportamento non è conforme alla legge, cioè alle regole. Anche in questo caso l'esempio concreto ha meglio spiegato le parole del capitano.
“Rivolgersi agli insegnanti e non farsi giustizia da sè - è il messaggio che Del Giacomo ha voluto lanciare ai ragazzi - perché le regole vanno rispettate. Ricordatevi che se l'insulto o la prepotenza si perpetra in classe oppure a scuola dovete rivolgervi all'autorità che in questo caso è l'insegnante, se accade fuori dovete rivolgervi alle forze dell'ordine”.