L'Autonomia differenziata, ovvero: la secessione dei ricchi

fumetto di Stefano Gorgone

Carissimo direttore,
prendo spunto da un tuo post su Facebook per offrire ai lettori di Monreale News anche una mia breve e modesta riflessione sull'importante testo di legge riguardo l'Autonomia differenziata approvato recentemente dal Parlamento.

Si tratta per i rappresentanti della Lega di un provvedimento storico che porterà “più autonomia, più coesione e più sussidiarietà, necessario per un'Italia più moderna e più efficiente, con meno sprechi e più servizi”. Dubbi e perplessità sono stati, invece, espressi da più parti.

“Non ci hanno preso sul serio”, così ha affermato il presidente della Cei cardinale Matteo Zuppi che recentemente aveva lanciato un appello per uno sviluppo unitario del nostro Paese. “Non si crescerà se non insieme”, aveva affermato. Per i vescovi italiani si tratta di “un testo di legge che rischia di accentuare gli squilibri già esistenti tra i territori, in particolare tra i centri e le aree periferiche ed interne, di minare le basi del vincolo di solidarietà tra le regioni che è a fondamento del principio di unità della Repubblica”.

Non sono pochi coloro che temono un forte impatto sulla sanità facendo peggiorare quanto già non funziona e facendo aumentare l'emigrazione sanitaria al Nord. Altrettanto negativo sarà l'impatto sul sistema scolastico con stipendi differenziati per i docenti, una diversa mobilità tra le regioni per il personale docente e non docente, una diversificazione dei curricula scolastici. Né si può ignorare che le Regioni del Sud fanno i conti da troppo tempo con la carenza dei servizi, la disoccupazione, la criminalità organizzata, la fuga verso altre regioni e nazioni.

Tali dubbi e perplessità sono stati ribaditi in un denso documento anche dai vescovi calabresi per i quali il progetto di autonomia differenziata voluto fortemente dalla Lega rappresenta una vera e propria “secessione dei ricchi”, in evidente contraddizione con l'art. 3 della nostra Costituzione.
Anche per i ricercatori dello Svimez (Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiono) con l'approvazione del disegno di legge Calderoli le regioni più ricche avranno più risorse a scapito di quelle più povere, in particolare alla Sicilia verranno sottratte risorse essenziali soprattutto per la sanità e la scuola.

Nell'acceso dibattito in corso si è inserita pure la Garante dell'infanzia e dell'adolescenza Carla Garlatti per la quale nascere in una regione invece che in un'altra aumenterà le disuguaglianze già esistenti quando invece è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana.
L'unica possibilità di bloccare questa riforma che promette di rendere più incerto il futuro dei nostri giovani nel Sud è il ricorso al referendum abrogativo che speriamo avrà il voto convinto di noi tutti, a prescindere dall'appartenenza politica.