Ma le punizioni sono davvero efficaci?

fumetto di Stefano Gorgone

Carissimo direttore,
tutti abbiamo sperimentato la difficoltà di educare i nostri figli nei primi anni della loro vita e durante l’adolescenza; purtroppo, ancora oggi non sono pochi coloro che si affidano solo al buon senso o ad indicazioni vaghe e sempre più mutevoli.

E’ dovere dei genitori accompagnare i figli con strategie educative efficaci, adeguate alla loro età ed idonee a rafforzare la loro autostima.
Vi sono bambini molto lenti nel preparare lo zaino o nel mettere in ordine la loro stanzetta, bambini che avvertono l’incontenibile bisogno di toccare tutto quello che vedono e di sporcarsi, che si rifiutano di lavarsi i denti e i capelli, che hanno gli incubi notturni e si trasferiscono nel corso della notte nel letto dei genitori, bambini che litigano tra di loro o fanno i capricci per non andare a letto e così via.
Sono scene quotidiane che i genitori sperimentano e che evidenziano la fatica di capire le ragioni dei bambini e la difficoltà di reagire in certi momenti senza fare muro contro muro.

E’ fondamentale che in questi primi anni si costruiscano tutte le autonomie della vita pratica. Per la Montessori “se un bambino sa fare una cosa e l’adulto la fa per lui, non compie solo un errore educativo, ma un danno per la sua crescita” ed ancora “è meglio che un bambino impari a lavarsi da solo piuttosto che sia sempre perfettamente pulito”. Più i bambini sperimentano, più diventano autonomi, ovviamente senza pretendere la perfezione. Le buone abitudini sono conquiste a cui i bambini devono essere accompagnati con gradualità, rispettando le fasi della loro crescita.
Il mondo dell’adolescenza non ha nulla a che fare con quello del’infanzia. Gli adolescenti avvertono il bisogno di “separarsi dai genitori”, di liberarsi dal controllo degli adulti, di esplorare il mondo esterno, di costruirsi una propria identità. E’ una tensione positiva che fa crescere. Vi sono alcuni che amano giocare a tennis, approfondire lo studio delle lingue straniere e della musica, incontrare amici, divertirsi ed altri che, purtroppo, si gettano a capofitto in situazioni nuove, rispondono a stimoli attraenti, fanno esperienza di alcol o droghe di vario tipo. Spesso hanno uno spiccato senso di frustrazione ed appaiono irascibili, permalosi, vulcanici, impulsivi, annoiati, incuranti dei pericoli che la vita può presentare.

E’ una fase della vita che trova molti genitori del tutto impreparati e sprovveduti e reagiscono con imposizioni rigide. Ma è legittimo nutrire qualche dubbio sull’efficacia degli interventi punitivi che, ad avviso di stimati pedagogisti e psicologi, non hanno alcuna possibilità di favorire davvero la crescita dei loro figli. I genitori devono essere aiutati non a reprimere e punire, ma a prevenire, sostenere ed incoraggiare. E’ molto meglio puntare sulla buona educazione, sulle mosse giuste, su una buona organizzazione della vita familiare.

L’educazione impone una continua e graduale conquista dell’autostima attraverso buone abitudini, creando un ambiente accogliente e familiare, autorevole ma non autoritario, fondato su regole chiare , trasparenti e possibilmente negoziate, regole che non possono essere gabbie che soffocano il desiderio di libertà dei figli, ma spazi che possano permettere di muoversi e sperimentarsi dentro limiti e confini ben chiari e trasparenti. Solo in tal modo il compito dei genitori risulta efficace. Essi devono essere presenti e coesi, accoglienti ma saldi, disponibili ma non confidenziali, capaci di creare un clima di ascolto e di fiducia, di non improvvisare ma di progettare la crescita dei figli, pronti ad indicare percorsi stimolanti e cammini di speranza per una vita degna di essere vissuta.