Carissimo direttore,
“ La parte più importante della vita è quella che corrisponde al primo periodo, che si estende dalla nascita ai sei anni”. Così affermava la grande pedagogista Maria Montessori.
Durante la mia lunga carriera professionale ho potuto sperimentare che nei primi anni di vita il bambino possiede uno straordinario potere di assorbire gli elementi presenti nel suo ambiente di vita che verranno fissati per sempre nella sua personalità. Eppure, ancora oggi, nel nostro Paese questa opportunità formativa non è offerta nella stessa qualità e quantità a tutti i bambini.
Gli asili nido comunali sono pochi e con la retta a carico delle famiglie. Quelli privati sono molto più costosi e frequentati da bambini che hanno genitori con un buon livello di istruzione e un reddito medio alto. Infatti, solo un bambino su quattro frequenta i nidi, con grande differenza tra nord e sud. Dal 28 per cento del Trentino ed Emilia Romagna si passa al 5 per cento della Sicilia. La scuola dell’infanzia non è obbligatoria ed è, in gran parte, disponibile solo a tempo parziale. Anche nella nostra città l’unico asilo nido comunale funzionante accoglie solamente 15 bambini a fronte delle 40 domande pervenute da parte delle famiglie e molti sono i bambini ai quali non è offerta la possibilità di frequentare la scuola dell’infanzia.
Sembra proprio che le istituzioni in Italia non abbiano sufficiente cura degli asili nido e della scuola dell’infanzia e, ancor di più, durante l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. Mai come oggi i bambini sono sempre gli ultimi, anzi sono diventati invisibili. Avevamo già allontanato i bambini dalle piazze, dalle strade, dai cortili trasformati in enormi parcheggi, avevamo già ridotto al minimo gli spazi ed i luoghi dove i bambini possono giocare e sporcarsi con la terra, l’erba, l’acqua ed ora sono stati allontanati dalle scuole e dai nonni, salvo poi constatare che i casi di contagio tra i bambini sono davvero quasi inesistenti. Senza la possibilità di muoversi liberamente, senza scuola e senza compagni di gioco, i bambini sono stati mortificati nel loro bisogno di crescere. Credo, pertanto, che sia quanto mai opportuno l’appello di coloro che raccomandano di non rubare l’infanzia ai propri figli.
E’ stato anche ampiamente confermato che le porte chiuse delle scuole ed i monitor accesi non possono essere una soluzione valida sempre e comunque. Né può essere sottovalutato il fatto che in regime di lockdown sono aumentati del 20 per cento i suicidi dei ragazzi e dei giovani tra i 13 ed i 25 anni.
Con il prolungamento dell’emergenza sanitaria è necessario, a mio modesto avviso, organizzare tempi e modi per consentire anche ai bambini di vivere nel miglior modo possibile questo delicato periodo della loro vita facendo anche appello ad una maggiore responsabilità dei genitori ed alla loro capacità di prendersi cura del futuro dei loro figli sotto ogni aspetto. Il grande psicologo americano Howard Gardner afferma che i bambini che nell’infanzia hanno l’opportunità di scoprire molte cose sul proprio mondo, accumulano un inestimabile “ capitale di creatività” su cui potranno contare per tutta la vita. E’ pertanto dovere delle istituzioni potenziare le strutture educative, dare la possibilità di poter frequentare gratuitamente gli asili nido e rendere possibile per tutti la scuola dell’infanzia.
Auspico che la straordinaria opportunità di 20 miliardi di euro per cinque anni, offerta al governo italiano dal Recovery Fund per un serio potenziamento della didattica e del diritto allo studio, venga utilizzata anche per il segmento 0-3 anni e per la scuola dell’infanzia.
Vale proprio la pena ricordare che una società dove stanno bene i bambini è una società dove stiamo bene tutti e che non possiamo avere un futuro degno di essere vissuto se non lo proiettiamo come sogno e desiderio proprio sui nostri bambini.
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