La tradizionale festa dei Morti crolla inesorabilmente dopo 11 secoli

fumetto di Salvino Caputo

La Festa dei morti in Sicilia è stata una ricorrenza tradizionale a partire dal decimo secolo, basculante tra Folk e Mitologia Favolistica. Questa favola fantastica è ancora stampata sulla pelle di noi Siciliani come la più bella favola da trasmettere ai bambini ed ai nostri figli per farli sognare e non dimenticare i nonni defunti.

In senso gramsciano ha denotato il nostro livello culturale nel legame morboso con i nostri nonni e genitori, nel senso antropologico ha supportato intere generazioni nella prospettiva storica, socio-culturale, di una cultura dei valori e dell’appartenenza. Era consuetudine familiare che nella notte tra il primo ed il 2 Novembre i nostri defunti visitassero i loro cari figli, figlie e nipoti portando doni ai bambini. Personalmente ho vissuto alla grande questa sacra ricorrenza e mi addormentavo speranzoso di trovare i doni più belli ed i giocattoli all’avanguardia del mio tempo. Quanti dolciumi, pupe zuccherate, frutta di mandorle, frutta candita, cioccolata ho ricevuto! Alla tenerissima età di 6 anni, trovai una splendida batteria con piatti, tamburo e grancassa, una fisarmonica ed un marranzano. Che tempi e quanta felicità! Oggi troveremmo la play station e magari un telefonino, ma purtroppo la maledetta globalizzazione ha distrutto i sogni e le favole dei bambini del terzo millennio.

La nuova mondializzazione ha intensificato gli scambi commerciali e gli investimenti finanziari su scala mondiale, trasformando in sudditi i Paesi più arretrati economicamente e creando interdipendenze sociali, culturali, politiche, tecnologiche e sanitarie devastanti. Siamo diventati prigionieri delle lobby economico-finanziarie, sfruttati inverosimilmente ed abbiamo perso la nostra identità regionale, nazionale, la nostra vetusta autonomia e la nostra privacy. Paradossalmente non utilizzo, l’aforisma che adoro, ma mi scappa la pipì e dico solennemente che siamo al broccolo! La Pandemia da Covid-19 ci sta dando una mano per accompagnarci all’inferno dantesco, dove il grande Alighieri era solito dire, lasciate ogni speranza voi che entrate. In ogni caso, io penso positivo e se avessi nipoti vicino casa mia, questa notte tranquilla per il meteo siciliano, la dedicherei a ripristinare la festa dei morti tradizionale. Considerato che mi resta solo mia moglie, la inonderò di balocchi e profumi, biancheria intima, vini pregiati e 200 euro per la lista della spesa che ci attende martedì ed include le mie sigarette ed i dolci che mi tirano il morale a pezzi.
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