Perché non provare con il ristorante a tempo?

fumetto di Nino Casamento

Ha destato in me curiosità ed interesse l’iniziativa di un ristoratore bolognese che propone ai suoi clienti la consumazione dei pasti a tempo: meno stai a tavola e meno paghi.

Come funziona? 1) Prenoto il tavolo; 2) Scelgo il menu; 3) Decido in quanto tempo devo consumare: più sto seduto e più pago.
Sicuramente non è la soluzione ottimale, me ne rendo conto, anchè perché, l’attuale dpcm prevede l’apertura della ristorazione fino alle 18, quindi cena esclusa. Il metodo, innovativo, potrebbe essere un incentivo per accaparrare qualche cliente in più. Non sta a me dire se è giusto o no chiudere alcuni esercizi ed altri no.
Mi fa molto pensare quando vedo in televisione una partita di calcio e dopo un gol vedere esultare i giocatori con abbracci e baci, come se, per loro, il virus non esistesse. Eppure mi pare di capire che proprio tra di loro ci sono parecchi contagiati ed anche nomi illustri. Quello che mi sconcerta di più e che nessun telecronista commenta questi atteggiamenti pro-virus scandalosi. Hanno chiuso cinema, teatri e palestre: eppure in questi luoghi si può rispettare benissimo il protocollo anti-contagio.

Anziché penalizzare dovrebbero incentivare: sì, incentivare l’uso della mascherina, il distanziamento sociale e il lavaggio delle mani. Uno studio dell’Università di Boston dimostra che se si rispettano queste tre norme il contagio si riduce dell’87%.
Le restrizioni a chi giovano? Apparentemente a nessuno ma non è così, sicuramente giovano ai poteri forti. Il costringerci a non uscire di casa ci impone di fare acquisti on line incoraggiati dal fatto che il prodotto costa meno (Report ci comunica che sul prodotto acquistato su Amazon, l’azienda paga il 16% di tasse, a fronte del 48% del commerciante sullo stesso prodotto. Più concorrenza sleale di questa? E poi Amazon si vanta di avere avuto nel 2019 un utile di 67 miliardi di dollari. Se questo è stato l’utile non oso pensare a quanto sarà stato il fatturato). E allora riflettiamo su ciò: se tutti compriamo all’estero resteremo senza soldi e senza soldi non si va da nessuna parte. Aiutiamo i nostri commercianti: io da oggi al ristorante ci vado a pranzo e se devo comprare un paio di scarpe o un vestito prima li voglio provare.