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Sull’orlo di una crisi di nervi: è tempo di un nuovo Rinascimento culturale antropologico scientifico mondiale

fumetto di Salvino Caputo

Siamo tutti sull’orlo di una crisi di nervi: da Monreale a Parigi, da Stoccolma a Berlino, da Londra a New York City, da Mosca a Caracas, dal Polo Nord al Polo Sud. Digitiamo sedici ore al giorno sui nostri telefonini e variopinti cellulari per non sentirci soli, gonfi d’angoscia esistenziale, legata ad un futuro incerto e senza prospettive.

Chi ha prole e famiglia, spesso rischia di parlare da solo o sbattersi la testa contro il muro perché non ce la fa a tirare la carretta fino alla fine del mese. Questo finto progresso telematico ci offre anche le mani che ci guidano nell’inferno quotidiano dei nostri spostamenti, acquisti, percorsi routinari e dure salite. C’è un’erosione dell’economia mondiale a 360 gradi! Accanto alla guerra dei poveri c’è la nuova implacabile guerra tra le lobby finanziarie del nostro pianeta; si cercano solo fette di mercato e nuove realtà geografiche da conquistare e sottomettere alla dura legge del mercato mondiale. Nella nostra povera Italia è erosa e dilavata persino la sindrome del posto fisso! Sicuramente l’alternativa a questo marasma sociale non sono e non devono essere gli ansiolitici ovvero le pillole tranquillanti di chi ci governa.

Pensavo con tenerezza, mentre scrivevo l’articolo odierno, ad una canzone fantastica del grande Domenico Modugno e Tony Renis titolata “Il posto mio” e suggerivo alla mia penna mordace di scrittore d’inviarla riveduta e corretta al nostro Governo Giallo-Rosso a nome di tutti i cittadini italiani; cedo la parola al padre di famiglia che si rivolge al Presidente Conte: “Caro Presidente, vorrei vedere un altro al posto mio, non so se lui farebbe quello che faccio io, sono in cassa integrazione e mi sento soltanto un maledetto scendiletto su cui voi politici camminate ogni giorno fin da quando vi svegliate al mattino; io e migliaia di disoccupati vi abbiamo dato sempre ragione, anche se spesso e volentieri avete avuto torto marcio vi abbiamo dato ragione e vi abbiamo votato. Mi sono sfogato Presidente, anzi le chiedo scusa ed al posto mio io resterò”.
Lapalissianamente la canzone di Modugno era una dolcissima canzone rivolta alla donna amata, alla moglie, alla madre dei suoi figli. E’ tempo, di contro, di un nuovo “Rinascimento culturale, politico, antropologico, economico” nel nostro piccolo mondo antico. E’ tempo di risanare una piramide sociale che mortifica gli ultimi attraverso il ridimensionamento delle lobby finanziarie, delle borse mondiali, dei nuovi colonialismi e di tutti i maledetti “Ismi” che hanno deturpato la dignità umana ed hanno relegato in soffitta i valori della pace, della tolleranza, della libertà, della fraternità e del mutuo soccorso.
Copyright By © Salvino Caputo