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I giovani? Non sono una minaccia per la società: tocca agli adulti sintonizzarsi sulle loro frequenze

fumetto di Stefano Gorgone

Carissimo direttore,
nei giorni scorsi in alcune città italiane, tra cui Palermo, migliaia di giovani hanno pacificamente manifestato il loro dissenso contro l’odio e la violenza, contro ogni forma di razzismo ed hanno espresso il loro impegno per una società dove l’uguaglianza, l’amore per il prossimo, la tolleranza e l’integrazione delle tante diversità diventino patrimonio comune.

Lo scorso anno la giovanissima Greta Thunberg ha dato vita al movimento “Fridays for Future” per sensibilizzare la comunità mondiale alle gravi problematiche sull’emergenza climatica. Ho accompagnato i miei nipoti alla manifestazione indetta da questo movimento a Piazza del Popolo nell’ aprile scorso e sono stato contagiato dall’entusiasmo di una grande folla di giovani che insieme a Greta rimproveravano ai politici di avere rubato con le loro parole vuote i loro sogni e le loro speranze.
Era giovane Antonio Megalizzi, ucciso in un attentato a Strasburgo. Era appassionato di giornalismo, di politica, credeva, come tanti altri suoi coetanei, in un’Europa con meno confini e con più giustizia. Sapeva coltivare sentimenti di profonda amicizia ed affermava che “il tempo è troppo prezioso per passarlo da soli”.

Sono giovanissimi gli studenti del liceo cittadino che nell’Aula consiliare qualche giorno fa hanno tributato un sentito e caloroso omaggio ad una giovane donna di colore, per la sua coraggiosa testimonianza quale vittima della tratta nigeriana.
E sono giovani alcuni nuovi consiglieri comunali della nostra città ai quali abbiamo già chiesto di agire con sempre maggiore consapevolezza delle loro funzioni e, soprattutto, avendo ben chiaro che fare buona politica significa affrontare i problemi concreti della gente e non fare promesse impossibili, significa coltivare lo spirito di servizio, sentirsi parte di un compito comune.
La nostra società ha bisogno della grande voglia di cambiamento dei giovani, del loro desiderio di giustizia, di libertà, di democrazia, ed anche dei loro sogni e delle loro speranze.
E’ vero che a volte alcuni giovani appaiono irrispettosi, irruenti e svogliati, non più di tanto interessati al mondo in cui viviamo, ma piuttosto al proprio soddisfacimento personale, attratti solo da smartphone, feste…… Questi esempi negativi, purtroppo alimentano e rafforzano i nostri pregiudizi sui giovani d’oggi, definiti “bamboccioni”, senza valori ed ideali in cui credere e per cui lottare. Ma la loro massiccia presenza nelle varie manifestazioni di piazza, la loro sensibilità per i temi dell’ambiente, del razzismo e della solidarietà dimostrano che, quando ci sono motivi validi, sono capaci di mobilitarsi per protestare e lottare.

I giovani, quindi, non possono essere considerati un problema o una minaccia per la società. Spetta a noi adulti provare a sintonizzarci sulle loro “frequenze”, rompere l’isolamento con il loro mondo, essere meno pessimisti nei loro confronti. Ad esempio, non credo sia vero che i giovani non si riconoscono nella politica; è vero invece che la disaffezione alla politica è spesso motivata da un certo modo di fare politica, dalla cattiva gestione del potere pubblico. Malgrado la politica faccia di tutto per allontanare i giovani, essi vogliono riconoscersi nella politica con la P maiuscola e trovano il coraggio e la forza di indignarsi di fronte al degrado morale ed ambientale e di svegliare la nostra società dal torpore collettivo in cui sembra piombata.
Il problema non sono i giovani ma siamo noi adulti. I giovani hanno bisogno di guardare ad adulti, uomini e donne, persone capaci di mettere in campo tutte le proprie energie e la propria passione per il bene comune, ma anche persone che vogliono leggere nei comportamenti giovanili una spinta positiva verso un cambiamento utile a tutta la società, persone che siano veramente capaci di aiutarli a dare una direzione alla loro esistenza.