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L’eredità morale dei nonni per la salvaguardia e indissolubilità delle nostre famiglie

fumetto di Salvino Caputo

Oggi posso scrivere alla velocità del suono perché tratto un argomento fuori da tutti i canoni letterari e da qualsivoglia riferimento bibliografico, culturale ed antropologico.

Scrivere un articolo sull’eredità morale che i nostri nonni ci hanno trasmesso e tramandato sul complesso tema della salvaguardia e indissolubilità delle nostre famiglie, ha rappresentato nella mia vita di scrittore l’apoteosi di codifica di una pagina indelebile di un mio stato d’animo riverente e felice verso queste creature che i nostri nonni hanno rappresentato nel comparto famiglia, con i loro durissimi insegnamenti e modelli di vita. Non mi soffermerò a scrivere dei nonni ad libitum, ma mi soffermerò a tratteggiare nei minimi particolari i nonni della mia famiglia ed un grande nonno del mio direttore di Monreale News Enzo Ganci, amico dei miei nonni.

Mio nonno Nino Lo Coco è stato il primo liberale della città di Monreale, fondatore del primo consorzio in epoca fascista per la distribuzione dei viveri di prima necessità al popolo, con sede presso l’attuale chiesa degli Agonizzanti. Da giovane mio nonno Nino faceva il carrettiere ed era amico fraterno di Vincenzino Ganci, nonno di Enzo Ganci. Mio nonno Nino era compare di Nino Taranto e gli finanziava la rivista di varietà; s’imbarcava ogni settimana e s’incontrava con suo compare e le ballerine. Ho ereditato da mio nonno il gusto per l’arte e le belle donne. Mio nonno Totò Caputo era un ardito nel corpo dei bersaglieri italiani, coraggioso e violento. Combatté sull’altopiano della Bainsizza e fu costretto a liquidare centinaia di austriaci nello scontro corpo a corpo in prima linea. Fu insignito con 5 medaglie d’oro al valor militare e 4 croci di guerra.

Fu il primo nonno a menarmi di brutto con la sua cintura implacabile ed insegnarmi disciplina, rispetto verso i genitori, coraggio, impegno nello studio ed amore per le favole. Nonno Vincenzino Ganci procreò tante figlie e figli con la fedelissima nonna di Enzo; spesso e volentieri andavo a trovarlo e mi accarezzava teneramente in ricordo e stima per mio nonno Nino. Nonno Vincenzino amava follemente i cavalli ed acquistava sempre i più forti per trainare il suo carretto. Vincenzino Ganci era molto rigoroso in famiglia ed educò sempre i suoi figli al rispetto ed amore reciproco, alla lealtà, all’onestà ed all’obbedienza. L’avv. Ciccio Ganci, papà serissimo, rigoroso ed affettuoso di Enzo, è stato la testimonianza dell’educazione impartita dal padre. C’è un segreto ed un grande rimorso nella vita di Vincenzino Ganci. Un maledetto giorno, a causa di un’incazzatura momentanea, sferrò un solenne pugno sulla fronte di “Ninuzzu” il suo cavallo del cuore; Ninuzzu stramazzò a terra ed in pochi minuti spirò. Don Vincenzino Ganci conservò per tutta la vita questo indelebile rimorso e giurò a se stesso che non avrebbe mai percosso i suoi figli, d’altronde bastava un suo rimprovero ed i suoi figli tremavano come foglie al vento.
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