La dimensione fondamentale dell’amicizia per monsignor Cataldo Naro

fumetto di Stefano Gorgone

Ricordo del presule a 13 anni dalla scomparsa

Carissimo direttore,
nel mio precedente contributo ho cercato di sottolineare il valore dell’amicizia in un tempo di crisi dei valori. Anche alcuni amici non hanno mancato di fornirmi il loro contributo sottolineando che l’amicizia richiede ascolto dell’altro, rispetto per la diversità delle idee ed hanno ribadito la necessità di coniugare il motto “noi è meglio di io”.

Il tema mi offre lo spunto per ricordare Mons. Cataldo Naro, di cui domani ricorrerà il XIII anniversario della sua improvvisa e prematura scomparsa. Egli era un uomo molto colto, uno studioso, uno storico stimatissimo, un uomo di fede. Numerose le sue pubblicazioni sul movimento cattolico, sulla storia della spiritualità e su altri aspetti socio-religiosi della storia della Chiesa siciliana ed italiana.
Era solito scrivere con la sua grafia “Con amicizia grata”, sui bigliettini con cui accompagnava i numerosi libri che regalava ai suoi tanti amici e che adesso certamente continuano a ricordarsi di Lui. Il volto di Mons. Naro si illuminava quando donava i suoi preziosi libri .


Alcune pubblicazioni riguardano le figure di santità che hanno resa più bella ed ammirevole la Chiesa di Monreale, come Pina Suriano, proclamata beata a Loreto, da Giovanni Paolo II, e San Leonardo e San Bernardo di Corleone la cui storia è vista da Mons. Naro come segno di riscatto di un territorio conosciuto per la sua cultura mafiosa. “I santi, ripeteva spesso il vescovo, sono i nostri amici in cielo ed intercedono per noi”.
L’amicizia, dunque, era una dimensione fondamentale della sua persona; erano suoi amici presbiteri, vescovi, cardinali ma anche molti laici, a prescindere dall’appartenenza al mondo cattolico o alla politica. Anch’io sono stato onorato della sua amicizia e dei suoi doni che conservo gelosamente insieme alle tante lezioni di fede, di vita, di cultura, svolte in occasione di importanti convegni per i quali si prodigava con grande passione e competenza.


Altre pubblicazioni di Mons. Naro illustrano la bellezza della nostra cattedrale che Egli invitava a contemplare e a guardare con occhi pieni di fede perché i mosaici narrano la storia di Dio con il suo popolo.
Nella lettera pastorale “Amiamo la nostra Chiesa” Egli scrive pagine che evidenziano con forza la sua profonda ammirazione per la nostra cattedrale. Nel riportare una riflessione del famoso teologo Romano Guardini che, in visita al duomo in occasione della settimana santa del 1929, era rimasto “colmo di gratitudine per la sua esistenza”, così afferma : “L’ammirazione per la bellezza straordinaria della nostra basilica cattedrale è anche di tutti noi. Tutti indistintamente, nella nostra arcidiocesi, amiamo il nostro duomo e tutti sentiamo, proprio per la sua bellezza, l’orgoglio o, meglio, la gratitudine di appartenere alla Chiesa monrealese.”
E’ una gratitudine che da parte di tutti noi è immutata anche nei confronti del vescovo Mons. Naro.