Lorenzo de’ Medici e Matteo Renzi: Rinascimento e Liberismo

fumetto di Salvino Caputo

Adoro la letteratura politica ed ogni qualvolta una storia politica mi appassiona, scrivo di getto i primi appunti emozionali sui tovaglioli di carta della mia tavola apparecchiata per la mia modica cena.

Scrivo sempre con la mia fedelissima Bic carica d’inchiostro nero. In seconda battuta verifico tutta la bibliografia esistente sulla storia che mi ha entusiasmato e spronato a scrivere. In terza battuta accendo il mio sublime PC e scrivo ad libitum fino all’ultima riga del mio articolo. Amava dire Giuseppe Prezzolini noto scrittore e giornalista: “Non si può insegnare a diventare scrittori”; scrivere non è solo sforzo morale e abilità tecnica, è arte, comunicazione, relazione, rapporto, narrazione critica e testimonianza dei fatti, ci vogliono ottimi modelli di riferimento. Mi tuffo senza esitazioni sulla storia politica di Lorenzo dei Medici e Matteo Renzi, operando opportuni parallelismi politici tra la storia di Lorenzo il Magnifico e la storia di Matteo Renzi, Politico Fiorentino. Lorenzo amava la poesia, le donne, le arti, la pittura (Era fraterno amico di Sandro Botticelli) la cultura, il potere finanziario e tutto l’universo tematico legato alla scalata dei poteri forti. Matteo ama solo la “Leopolda” e le lobby europee della Troika (Banca centrale europea, Commissione europea ed il Fondo monetario internazionale). Matteo crede fortemente all’Europa Unita e come Lorenzo il Magnifico, ha dovuto lottare contro la genìa dei Pazzi, ricchissimi banchieri alleati del Papato. Lorenzo dei Medici uscì vincitore contro la famiglia Pazzi, Matteo uscì solennemente sconfitto nel suo Referendum sulla modifica della Costituzione Italiana.

Se si fosse dimesso umilmente ed allontanato dalla politica per tre anni, prossimamente l’avremmo ritrovato nuovo leader della Sinistra-Centro Italiana. Lorenzo amava inverosimilmente un motto “Festina Lente” ovvero “Affrettati lentamente” un ossimoro sublime mutuato da Ottaviano Augusto, imperatore di Roma, secondo la testimonianza dello storico Svetonio. Lorenzo amava anche dire “Se non ci perdiamo, vinceremo sicuramente domani”. Renzi continua a perdere tempo prezioso con la sua “Leopolda” ed ha perso il tram e l’appuntamento con il suo futuro politico. Lorenzo dopo avere sconfitto i Pazzi nella giostra mortale che lo vide protagonista contro Francesco Pazzi, si recò in udienza dal Papa a Roma. Nel 1500 per recarsi a Roma a bordo di una carrozza trainata da due cavalli, ci voleva una settimana di tortuoso viaggio. A Roma lo accolse il Cardinale della Rovere che snobbò Lorenzo, lo trattò come un misero suddito e gli negò il prestito che Lorenzo chiedeva per salvare la sua banca e Firenze. Da quel giorno, Lorenzo giurò solennemente che avrebbe attuato la scalata al Papato romano. Lorenzo sposò la nobile e bella Clarice Orsini e procreò dieci figli. Giovanni Dei Medici, figlio di Lorenzo e Clarice, Cardinale, divenne poi Papa Leone X.
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