Il Parma in A, il Palermo in B. Schizofrenia di una sentenza (poco) sportiva e molto ingiusta
Non volevo scrivere di questa brutta storia della sentenza del tribunale sportivo sul caso Calaiò-Parma- Palermo, il cui esito considero una vera e propria offesa all’intelligenza e una immonda presa per il culo. Penso che intorno a noi ci siano drammi ben più seri e gravi di quelli pallonari; detesto il vittimismo, non ho la sindrome del complotto, non mi piace e mai mi è piaciuta, fin da quando ero giovane cronista sportivo, la demagogia a buon mercato. E soprattutto, da anzianotto, cerco di guardare a queste “cosacce” con sempre maggiore distacco e ironia.
Ma poichè sono seguito da tanti cari amici che ancora mi ricordano e apprezzano per il mio passato di narratore delle vicende del calcio rosanero, ho deciso di farlo adesso, di tornare a scrivere di pallone con queste quattro righe, dopo avere letto sul comunicato ufficiale del Parma dell'”enorme amarezza” per i cinque punti di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato di Serie A, che mi sembrano la quadratura del cerchio e che considero la goccia che fa traboccare il vaso della mia incazzatura sportiva di appassionato rosanero.
Ora mi sono fatto un’idea precisa di come finirà: dopo questo “pianto pubblico”, i punti in meno saranno ridotti a due, massimo tre – ma non è detto che non siano annullati del tutto – e la leggiadra squadra emiliana cuor di leone potrà lottare per una “memorabile” salvezza tra le stelle del calcio italiano, dopo tre promozioni consecutive. Pagherà soltanto – e anche in questo caso non è detto che non abbia uno sconto di pena – quel fesso di Emanuele Calaiò, il giocatore palermitano del Parma che non ama il Palermo, dove non ha voluto giocare (e forse neanche la città di Palermo), che con i suoi messaggini di WhatsApp ha scatenato l’ultimo, indegno putiferio finito in farsa di quello sgangherato carrozzone che ormai è il calcio italiano.
Paga e paga un prezzo carissimo, ovviamente e soprattutto, la squadra rosanero. Al danno di non avere saputo conquistare sul campo la promozione in Serie A, commettendo un sacco di riprovevoli stupidate e fallendo miseramente un traguardo che era assolutamente alla portata e doveva essere raggiunto senza se e senza ma, per il Palermo si aggiunge la beffa – che beffa non è, come dirò appresso – di questa schizofrenica (qualcuno, più di uno l’ha definita democristiana, ma io la butto sullo psichiatrico … ) sentenza, che contemporaneamente condanna e assolve il Parma dall’accusa di tentato (?) illecito sportivo. E che, di fatto e di diritto, fotte alla grande il Palermo e lo condanna a un altro anno di serie B. Come dire: l’imputato è di fatto assolto, mentre la vittima è condannata.
Mi spiego meglio, anzi spiego quello che ho capito, perché potrei anche non avere capito un bel nulla. Come ho già commentato nella mia bacheca feisbuc, nella sostanza la sentenza, che non trovo beffarda perché me l’aspettavo assolutamente, dice questo: l’illecito c’è stato; Calaiò è colpevole di tentato illecito sportivo e viene punito con una squalifica; dunque l’esito del campionato di Serie B, che ha visto il Palermo superato in extremis dal Parma promosso direttamente in Serie A, è stato evidentemente falsato, però il Parma non va punito nel campionato che è stato falsato, ma nel prossimo, cioè in Serie A, dove certamente faticherà assai per salvarsi con questa penalizzazione. E dove tra incassi, sponsor e varie gli entreranno un sacco di soldi. Le contraddizioni della sentenza sono – mi correggo, appaiono- clamorose e decisamente vergognose. Non mi calano, non possono calare a nessuno che abbia neanche tanta intelligenza, a prescindere dal tifo calcistico di ciascuno di noi. Ma il Parma è il Parma, ha amici potenti e il potere, non solo calcistico, lo ama; il Palermo e Zamparini no, non ne hanno, meno il secondo che il primo. Ripeto e ribadisco: non ho e mai ho avuto la sindrome del complotto, ma questa storia fa veramente schifo.
Vado avanti nel ragionamento. E noto che insieme al Parma, lasciato in Serie A come sembra chiaro per fottere il Palermo e il suo odiato patron, vengono favorite a catena anche le altre formazioni deboli della massima serie che se la vedranno con un’avversaria che partirà con un forte handicap, che potrebbe essere e credo che sarà ridotto. Falsata in partenza, dunque, anche la lotta per la salvezza della prossima Serie A. Tutto falsato, pur di fottere, ripeto, il Palermo, mortificando ancora una volta il popolo dei suoi tifosi e di fatto una intera città, che pure nell’ultimo campionato non è stata affatto tenera con la sua squadra.
Non mi piace per nulla questa brutta storia, anzi mi sembra assolutamente vomitevole. Giustizia poco sportiva e molto ingiusta, a mio umilissimo avviso. Ecco, l’ho scritto e sono contento di averlo fatto, mi sono sfogato. Adesso ci saranno altre feroci polemiche e i ricorsi che, mi sbaglierò e lo spero moltissimo, finiranno come ho scritto sopra, con uno sconto di pena per l’onesto Parma e forse anche per il suo campione palermitano di minchioneria. Vedremo.
Un’ultima cosa. Mi permetto di obiettare qualcosa ai tanti tifosi rosanero che, ragionevolmente, sostengono in queste ore sui social che il Palermo la Serie A doveva prendersela sul campo ed evitare tutto ciò. E’ giusto e sono d’accordo, ma aggiungo: è altrettanto giusto che la squadra che la promozione se l’è presa a danno dei rosanero, lo abbia fatto con un (tentato) illecito acclarato di fatto dalla sentenza e decisivo ai fini dell’esito del campionato? No, non credo sia giusto e soprattutto non credo sia altrettanto ragionevolmente accettabile, a prescindere da ogni corretta valutazione sportiva.
Ultimissima cosa. Amo il Palermo e tutto quanto sta accadendo mi dispiace assai.
(fonte: Il Vulcanico)
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