L’istituzione del biglietto unico per il trasporto locale, un atto di civiltà

fumetto di Michele D'Amico

PALERMO, 29 aprile – L’Assemblea Regionale Siciliana, nel corso dell’approvazione delle “Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2018 - Legge di stabilità regionale”-, ha bocciato l’articolo che prevedeva l’istituzione del biglietto unico tra i servizi di trasporto locale delle città di Palermo, Catania e Messina e i servizi ferroviari regionali.

La Sicilia è una regione che gode di problemi atavici irrisolti e che nessun governo, nazionale e regionale, ha mai desiderato risolvere, a partire dalla trasformazione del "medievale" sistema di trasporti regionale in apparato efficiente, al fine di favorire gli spostamenti, rendendoli più rapidi, da una città all'altra della nostra regione.
L’istituzione del biglietto unico per il trasporto locale dovrebbe essere un atto, talmente banale quanto ovvio, da ascriversi nell’ambito di quei provvedimenti politici di civiltà. In Sicilia, ad eccezione di quanto avvenuto recentissimamente nel comune di Catania, non è così. Nel territorio catanese, almeno, si è riuscito a integrare il trasporto locale (servizio bus + metropolitana); infatti da qualche mese sono stati istituiti abbonamenti per i suddetti servizi.

In Sicilia, luogo geografico, dove persino un presidente della regione dichiara che se non ci fossero i disabili gravi si potrebbero utilizzare le risorse destinate per le loro cura per fare altro, forse un giorno si penserà di istituire una “Rupe Tarpea” siciliana come strumento per risolvere problemi.

L’istituzione del biglietto unico per il trasporto locale non è una questione riconducibile solo ai trasporti. Essa, infatti, rappresenterebbe un passo importante per rendere più moderno ed efficiente il servizio pubblico, non solo in città, ma in tutta l’area metropolitana determinata dalla continuità geografica del territorio, continuità che di fatto ha fatto scomparire i cosiddetti “confini” tra la città e i paesi limitrofi.

Il biglietto unico abbraccerebbe tanti settori della nostra società. Partendo dai trasporti, in particolare da quelli locali e cittadini, il biglietto unico avrebbe delle conseguenze pratiche su altri settori produttivi. Se nell’area metropolitana catanese esiste una formula che integra i servizi pubblici locali, è noto che in nessun’altra città siciliana esiste un sistema coordinato di servizi integrati (trasporti, beni culturali, turismo). In città degne di tale nome esistono delle “card” apposite, con le quali si offre un servizio ai turisti e non solo, che permettono di servirsi di tutti i mezzi di trasporto presenti in loco. A queste sono abbinate guide ufficiali della città, oltre a riportare consigli pratici su alberghi, musei, escursioni e attrazioni, dai migliori festival ai locali notturni fino alle mostre e agli appuntamenti imperdibili.

L’utilizzo di un moderno ed efficiente sistema di trasporto, non è solo essenziale per lo sviluppo economico di una società, ma risponde a un diritto ormai riconosciuto e da annoverare tra gli indicatori principali dello stato di salute di una città e di tutti i cittadini. Tendere a migliorare il servizio pubblico di trasporto dovrebbe essere la principale preoccupazione di un qualsiasi governo perché proprio dalla bontà di questo sistema dipende la regolazione dei ritmi e del funzionamento di una città.

Cosa accade invece in Sicilia? Nulla di tutto questo. Citiamo alcuni esempi. Turisti che arrivano, ad esempio, nella stazione di Castelvetrano, dopo un viaggio interminabile, ad esempio, dal capoluogo siciliano, a causa della chiusura della tratta Castelvetrano-Marinella di Selinunte, non trovano mezzi dedicati e veloci per raggiungere uno dei parchi archeologici più famosi al mondo, quello appunto di Selinunte; stesso discorso tra la stazione di Calatafimi/Segesta e un altro parco archeologico famosissimo come quello di Segesta. Quando si arrivava all’aeroporto trapanese di Birgi, nonostante i comuni, della ormai ex provincia di Trapani, pagassero Ryanair per mantenere i voli, adesso sospesi, sul medesimo aeroporto, i collegamenti dedicati verso i parchi di Segesta, di Selinunte e viceversa erano assenti.

A Palermo non si è mai riusciti a mettere intorno a un tavolo il Comune di Palermo e Trenitalia, è noto, infatti, che non esiste uno biglietto integrato per bus, tram (gestito dal Comune di Palermo) e il servizio (sic!) di metropolitana (gestito da Trenitalia). Biglietto integrato che sembrerebbe, tra lʼaltro, essere anche diventato lʼoggetto di desiderio di molti palermitani pendolari che consentirebbe loro di spostarsi tra i diversi mezzi pubblici senza dovere acquistare diversi titoli di viaggio.

Bisogna dare atto della buona volontà di chi ha proposto, sebbene in via sperimentale, il biglietto unico per il trasporto locale, buona volontà che non è stata apprezzata dai deputati, tra l’altro taluni indagati e qualcuno agli arresti domiciliari, che occupano, non saprei dire quanto “onorevolmente”, gli scranni del più antico parlamento attualmente esistente.