Beni Culturali siciliani: cronaca di un declino annunciato

fumetto di Michele D'Amico

Le molteplici funzioni di un qualsiasi museo, conservazione e gestione delle collezioni, accesso e servizi al pubblico, sicurezza, ricerca, didattica, possono essere svolte solo a condizione che esso disponga, innanzitutto, di personale qualificato.

Qualsiasi museo per realizzare le missioni che gli sono proprie deve essere continuativamente dotato, da parte delle amministrazioni responsabili, di personale in quantità sufficiente e con adeguata qualificazione in relazione all’esigenza di garantire continuità e stabilità dei servizi.

In un precedente articolo, ho avuto modo di sottolineare che la consistenza numerica di personale, necessaria per un buon funzionamento di un museo, può variare in ragione della dimensione del museo, della tipologia e dell’importanza dei beni culturali in dotazione, del livello di responsabilità della singola struttura, a seconda dell'analisi organizzativa della realtà di riferimento, dalle variabili socio-ambientali che influenzano la domanda di prestazioni e/o l'erogazione dei servizi e dal tipo di programmazione che l'assessorato Beni Culturali vuole realmente dare al sistema dei beni culturali siciliani in un determinato territorio.

Tuttavia a salvaguardia dell’interesse collettivo, devono essere comunque rispettate alcune regole che contemplino, criteri e procedure trasparenti nella scelta della direzione, riconoscimento della specificità delle professioni necessarie nei diversi ambiti di attività del museo, una formazione adeguata e continua del personale alle funzioni da svolgere, piena responsabilità del direttore di fronte all’organo di governo e amministrativo assessoriale, soprattutto per le scelte di natura tecnico–scientifica.

Fatta questa necessaria, quanto ovvia, premessa e calando tale premessa nell'ambito dei beni culturali siciliani, buona prassi gestionale vorrebbe che l’assessorato regionale ai Beni Culturali, nelle massime espressioni di rappresentanza - assessore e dirigente generale - si impegnasse a definire: i profili professionali essenziali, la dotazione di personale necessaria al fine di garantire accettabili livelli qualitativi di fruizione del bene culturale e, forse la scelta più dolorosa, prendere in seria considerazione una diversa gestione dei cosiddetti siti minori nella consapevolezza di non potere garantire l'attuale livello di fruizione dei medesimi siti.

Definire quanto sopra appena accennato, ormai, appare sempre più necessario e non rinviabile. Allo stesso modo non è più rinviabile che l'amministrazione regionale continui a non remunerare prestazioni svolte dal personale regionale nel 2016, mentre il governo regionale, contemporaneamente, opera un taglio di 2 milioni di euro alla partecipata società Servizi Ausiliari Sicilia, società che rende servizi nel settore della fruizione dei beni culturali siciliani, portandola al limite del collasso.

C'è da chiedersi quali altri fini si nascondono dietro questo insensato assedio al sistema dei beni culturali siciliani che, nonostante le tante difficoltà più volte denunciate, ha visto un incremento di visitatori, nell'ultimo anno, di circa del 12%. Incremento dovuto anche, ma non solo, alle prestazioni lavorative del personale del settore che non si è mai risparmiato e che, invece, si è prodigato con grande spirito di sacrificio.

A tutto ciò si aggiungano gli effetti del prepensionamento dei dipendenti regionali. Essi si sono già fatti sentire e continueranno ad abbattersi ancora di più sull'intero sistema dei beni culturali nel corso di questi anni. Il massimo contraccolpo si avrà nel 2020, data ultima di prepensionamento del personale regionale, a meno a che il personale non venga adeguatamente reintegrato ovvero il governo non decida di restituire quanto scelleratamente tolto alla partecipata Servizi Ausiliari Sicilia.

Entro il quadro generale così delineato e visto il recente atteggiamento pilatesco del governo regionale, ora più che mai è arrivato il tempo che le diverse parti datoriali, quella regionale, composta dall’assessore regionale e dal dirigente generale al ramo, quella pararegionale, nella persona dell’amministratore unico della Servizi Ausiliari Sicilia e le parti sociali di rappresentanza dei lavoratori tornino a sedersi intorno a un unico tavolo di livello regionale per affrontare materie quali ad esempio l’organizzazione del lavoro nella sua larga accezione (organigramma per sito museale, responsabilità interne ed esterne, profili professionali, orario di lavoro), puntando, da un lato, a valorizzare le competenze individuali e il lavoro di gruppo, avendo come fine quello di assicurare gli strumenti economici e strutturali idonei per consentire un’efficiente organizzazione delle risorse umane e, dall'altro, a rendere pienamente efficace ed efficiente l’attività dei siti museali e dell'intero sistema dei beni culturali siciliani.

Se ancora una volta le parti datoriali si limiteranno a svolgere il compitino da burocrati, ovvero a scambiarsi innumerevoli quanto inutili lettere, senza realmente cercare di risolvere i problemi, assisteremo a un declino dell'intero sistema dei beni culturali.