fumetto di Totò Caltagirone
Le sconfitte consecutive non si contavano più. Eravamo diventati l’allegra barzelletta d’Italia, d’Europa e del mondo. E ieri sera aspettavamo il novantesimo minuto della partita Genoa-Palermo per staccare la spina, chiudere la bara e avviarci mestamente al cimitero.
Tutto era pronto per dare l’estremo saluto ad una squadra, il Palermo, che da settimane non dava segni di vita e che si stava lasciando morire senza tentare alcuna reazione. Ieri sera, eravamo attorno al capezzale e a metà del secondo tempo qualcuno non ha retto per la fatica ma anche per la disperazione e ha preferito ritirarsi in buon ordine nella propria stanza da letto per andare a dormire lasciando agli altri l’incombenza della sepoltura. Ma quando tutto sembrava andare come tutti, dico tutti (nessuno escluso) prevedevamo, ecco concretizzarsi il Miracolo.
E ieri sera a Genova il miracolo c’è stato. Un attimo prima del “de profundis” il Palermo, come un novello Lazzaro, si è alzato e ha ricominciato a camminare anzi a correre. Perché se qualcuno, prima dell’inizio della partita, sperava in un pareggio, in quel campo difficile, per porre fine alla tragedia, ha avuto molto di più. Una vittoria che, dopo il 3 a 1 per gli avversari a pochi minuti dalla fine, nemmeno il più inguaribile degli ottimisti avrebbe potuto prevedere. Genoa 3 - Palermo 4: roba da non credere.
E allora ognuno si è scatenato per accaparrarsi la paternità del miracolo. Chi diceva: è opera della Santuzza, chi invece: il vero mago è Eugenio Corini, chi addirittura: è merito di Matteo Salvini, di passaggio sabato a Palermo per racimolare consensi elettorali in una terra, la Sicilia, vista sempre come ostile e che ora può tornare utile. Infine i monrealesi, che rivendicavano a ragion veduta il fatto che alcuni giocatori del Palermo (Cionek, Quaison e Bruno Enrique) fossero venuti in settimana nella famosa cittadina arabo-normanna e ne avessero avuto di ritorno effetti taumaturgici. Una città invasa da tanti bambini in preda alla confusione alla ricerca di qualche autografo o di qualche selfie e l’effetto Monreale ieri sera si è visto tutto.
Monreale la sua parte l’ha fatta ora tocca di nuovo ai giocatori che già da giovedì avranno la possibilità di dimostrare che hanno imparato la lezione. Il funerale almeno per adesso è rinviato, il malato ritorna in terapia intensiva e fa ritornare a sperare gli amici e i parenti che avevano già uscito dal cassetto i fazzoletti buoni per asciugare le lacrime. Da ieri sera è ufficiale: i miracoli esistono!!!