Riflessioni di un cicciottello antico ...

fumetto di Gaetano Perricone

Fui, sono e sarò cicciottello. Più o meno cicciottello. Ho trascorso quasi tutti i miei sessant'anni da cicciottello. Un tempo fui anche - ogni tanto tendo ancora oggi a diventarlo, vista la mia propensione costituzionale a ingrassare - piuttosto pacchione, anzi pacchionazzo.

Preciso e sottolineo con estrema chiarezza: nell'accezione assolutamente palermitana, altrimenti le mie amiche catanesi, che hanno un'idea ben diversa dei pacchioni, mi direbbero giustamente che sono un intollerabile presuntuoso.
Ho fatto e faccio sempre sport, un bel pò di sport anche per cercare di essere meno cicciottello. Ma mi piace anche tanto mangiare, mi calo come si suol dire la spesa e ne godo assai, dunque resto e resterò sempre più o meno cicciottello. Con alti e bassi, ma mai "siccu".

Non mi sono mai strappato nè mi strappo i capelli o le vesti, vivo, comunico, mi diverto, sto bene con tante persone che mi piacciono, tante e alle quali piaccio, non pochissime. E non mi sono mai offeso per le battute, tante, che nella vita mi hanno fatto sul mio essere cicciottello, fin da ragazzino. Ci ho riso e ci rido di gusto, ho preso e prendo per il culo continuamente me stesso per questo e molti altri motivi. E naturalmente ho preso e prendo per il culo, moltissimo, tanta gente.
Se avessi preso sul serio tutti coloro che mi hanno detto cicciottello (ovviamente mi hanno detto schifezze simili molto più pesanti ...), avrei dovuto licenziare in tronco dalla mia vita una gran quantità di persone. Non l'ho fatto, molti di loro restano tra i miei migliori amici, of course dicono gli inglesi.

Non l'ho fatto perchè sono serenamente cicciotello e me ne strafotto, me ne sono sempre strafottuto, sempre me ne strafotterò, di coloro che hanno creduto di prendermi in giro per questo motivo. Nella vita ci sono cose ben più importanti da prendere sul serio.
Ben consapevole di tutto ciò, da cicciottello veterano e giornalista di consumato mestiere non mi sarei mai sognato in un titolo di giornale (ne ho fatti tanti, nella mia vita professionale) di dare del cicciottello/lla a nessuno/a. Più per una ragione di buongusto e di prudenza che di sostanza e, nel "casus belli", considerata anche la platea assolutamente mondiale delle Olimpiadi e la conseguente, stratosferica cassa di risonanza. Ben sapendo, oltretutto, quanto sia spietato su certi argomenti il tritacarne dei social.

Ma oltre che cicciottello antico, dunque di fatto parte offesa nel caso specifico, sono anche antico giornalista e penso, con molta tristezza, che fin quando nel nostro Paese esisteranno editori padri-padroni, che troncano "con effetto immediato" il rapporto di lavoro con direttori colpevoli di un (sicuramente poco elegante e non centrato) titolo sul "trio delle cicciottelle", l'informazione continuerà a non essere considerata una cosa seria da molte, troppe persone.

E' invece è una cosa seria, serissima, fondamentale, che si occupa di cose serie ed è fatta per fortuna ancora da un bel pò di giornalisti seri, serissimi, fondamentali con il proprio lavoro e il proprio impegno per le vita e le sorti del Paese.
Da cicciottello antico solidarizzo per appartenza alla categoria con "le tre cicciottelle", profondamente deluse per la sconfitte di Rio e subito dopo prese per i fondelli da quel titolo abbastanza grossolano e imprudente, che però non credo affatto le abbia addirittura umiliate, come ha sostenuto il solerte e permalosissimo presidente della Federazione di appartenenza.
Ma solidarizzo molto, ma molto di più con l'incauto direttore che, per questa solenne minchiata viene addirittura "sollevato con effetto immediato" dal suo incarico. Perde il lavoro, insomma, per un titolo al massimo scemo ... Mala tempora currunt, tempi troppo brutti. Parola di cicciottello antico.