fumetto di Totò Caltagirone
Siamo fatti così: da generazioni, vogliamo capire, toccare con mani prima di credere. Eppure passiamo per un popolo di tradizione cattolica. Ma gli studi di settore e i dati parlano chiaro. Da una recente indagine ISTAT gli italiani che diffidano del prossimo sono il 78,6% contro il 19,9 che continua a fidarsi e l’1,5 che manco si esprime, (che è anche peggio).
Ora, in questa situazione catastrofica come può, il Commissario Tecnico della Nazionale, pensare di svolgere il proprio lavoro? E’ chiaro che sta sulle spine e deve inventarsi formule fuori dal tempo e dai tempi. Si rifà agli antichi motti: gli italiani, popolo di santi, poeti, navigatori e aggiunge lui, sognatori. Si, perché è sul sogno, sembra strano ma vero, che vuole fondare la vittoria della piccola Italia sui colossi europei. Ha sapore di rivalsa, di compensazione l’italica avventura calcistica, ha la pretesa di volere ridurre a tutti i costi il gap con gli altri in particolare nei confronti di Francia e Germania, (l’Inghilterra è “fuori gioco” per sua scelta) costi quel che costi, senza un’organizzazione alle spalle, senza una programmazione, senza una convinzione vera, ma puntando sul sogno.
Per la verità è da una vita che puntiamo sui sogni, sul sole, sulla luna, sul mare, sui tramonti, Capri, Posillipo, Taormina, sui panorami che ti fanno stare male per come ti mozzano il fiato: perché non dovremmo puntare, oggi, sul sogno? Il sogno di un gruppo di uomini e del loro condottiero che rappresenta l’Italia con tutti i suoi pregi e i suoi difetti: nervoso, irrequieto, irascibile, furibondo a volte, ma quando si acquieta lui, l’Antonio nazionale, veste i panni del santo e diventa d’un tratto misurato, abbassa la voce e i toni, si rasserena, diviene quasi mistico, perché lui sa che l’italiano, anche fra quelli del 78,6% ad un santo in Paradiso non rinuncia mai.
Ed allora lui stesso diventa improvvisamente il santo cui aggrapparsi. E gli italiani? Ancora nemmeno quelli del 19,9% hanno deciso di dare fiducia a questa Nazionale, nemmeno alla vigilia della partita con la Germania che, intanto, attraverso i propri giocatori manda all’Italia e agli italiani, messaggi sfrontati ed insolenti. E gli italiani, vanno uscendo a poco a poco le loro bandierine piccole piccole, dai balconi. Una alla volta, senza strafare, senza dare nell’occhio non sia mai arrivi una sconfitta e si debba correre a ritirare velocemente i vessilli di quest’Italia che sentiamo poco, che sembra quasi non appartenerci, che non riesce a ritrovare nemmeno per qualche giorno unità attorno a tre semplici colori il verde, il bianco e il rosso. Buona fortuna piccolo condottiero italico, conquistali tutti, perché, devi sapere, che in questa nostra Italia, a fronte di uno che ci crede, milioni fanno il tifo perché il sogno non si avveri.