fumetto di Totò Caltagirone
Ora Orlando e Catania continueranno a sfidare tutti?
Così diceva una mia professoressa di lettere negli anni in cui frequentavo le superiori. Era una donna di nobili natali e non alzava mai la voce per riprendere la classe nei momenti di naturale e fisiologica deconcentrazione.
Ma, appena lei sussurrava un rimprovero la classe si acquietava. Non alzava mai i toni e non si infuriava quando correggeva i compiti di Italiano scritto e si imbatteva nei “capolavori letterari” di qualche luminare della lingua italica di cui la nostra classe era popolata. E per non mortificare i discenti più insufficienti usava commentare e mettere per iscritto dopo il voto scarso: “poche idee ma ben confuse”. Per chi si imbatteva in quella frase era l’inizio della fine, annunciata con dolcezza ma pur sempre la fine.
Oggi la storia si ripete. Cambia il contesto, cambia l’argomento ma non il prodotto. Nella “classe” del Comune di Palermo, proprio in questi giorni, si è consumato lo stesso psicodramma. Compito da svolgere: le ZTL. Difficile, tortuoso ed ingrato per due studenti discoli e testardi che hanno già dimostrato scarsa dimestichezza con le prove complicate. Sapevano gli studenti Catania e Orlando che, sulle ZTL, non potevano sbagliare. Su di loro pendeva l’impazienza e la rabbia dei cittadini, commercianti, sindacalisti, imprenditori, tutta la città insomma, da un lato e la spada di Damocle del Tar dall’altro. Sapevano che sbagliare significava essere bocciati.
Ma loro hanno voluto sfidare tutti a singolar tenzone tronfi del fatto che l’Orlando, non quello furioso del poema cavalleresco di Ariosto, ma quello che, fin dal primo giorno, anzi molto prima del primo giorno, presuntuoso, dichiarava: Io il Sindaco lo so fare! Il TAR, come la nobile professoressa faceva con noi, sembra scrivere in calce alla sentenza: poche idee ma ben confuse. Anche per gli studenti Orlando e Catania sembra essere cominciato l’inizio della fine. Ed ora dopo la sospensione del TAR che ferma il provvedimento e di fatto boccia l’”elaborato” incompleto, approssimativo e pasticciato, che faranno i due studenti?
Come se ne usciranno da questo tunnel? Continueranno a sfidare tutto e tutti o si fermeranno due minuti a ragionare? Perché, aggiungeva alla fine la nobile professoressa, miei cari, ragionare a volte sembra non essere indispensabile, ma serve.
(foto: palermomania.it)