In Sicilia vogliono fare morire anche la musica

fumetto di Totò Caltagirone

La Regione azzera i contributi per la fondazione “The Brass Group”

“Non capisco il perché”, continua a ripetere quasi ossessivamente, ma con garbo, il maestro Ignazio Garsia a chi gli porge la propria solidarietà e a chi gli chiede notizie sul destino della fondazione "The Brass Group" che si è vista azzerare i contributi regionali, nonostante sia un ente di produzione tutelato per legge.

Immaginate, per un solo attimo, come possa sentirsi chi questa realtà ha ideato nel lontano 1974. Il Brass Group di Palermo, che qualche politico continua a scambiare con Tinto Brass, che, fidatevi, è un’altra cosa, è, e speriamo continui ad essere una delle maggiori realtà musicali nazionali ed il solo ente italiano di produzione di musica jazz, fra i pochi al mondo. Subito dopo l’esito della finanziaria regionale che negava alla fondazione, ma non solo, gli aiuti necessari per continuare a fare ciò che da decine di anni fa, cioè produrre musica jazz, il maestro ha deciso di fare sentire, forte, la propria voce o meglio la propria musica.

Infatti da qualche giorno ha piazzato il proprio pianoforte di fronte Palazzo D’Orleans in attesa, e con la speranza, che il Presidente Crocetta ascolti, grazie alle note, il grido di apprensione e di disperazione (non già inteso come un atto di cedimento) di un settore che rivendica con forza il ruolo predominante di impulso culturale, ma anche mezzo di spinta sociale, economica e occupazionale. Vi pare poco? E la politica che fa? Indovinate: non sa, non capisce, decide male e crea le condizioni perché tutto questo ben di Dio muoia.
Ma la partita non è ancora finita grazie anche alle tante attestazioni di stima, di affetto e di solidarietà che inevitabilmente sono arrivate da tante parti, dal mondo politico a quello artistico-musicale, ma anche da comuni cittadini che ogni giorno si fermano e danno anche una semplice stretta di mano al Maestro Garsia.

Dalla Cleveland Orchestra, ad esempio, che è considerata una delle Big Five, cioè una delle cinque più grandi orchestre degli Stati Uniti, è stato lanciato un hashtag ‪#‎savethebrassgroup‬ per attestare la propria vicinanza alla fondazione. Certo, è triste vedere l’uomo che ha contribuito a fare la storia del jazz europeo “accartocciato” sul suo pianoforte mentre piove e spira un vento gelido a testimoniare che stavolta bisogna sfidare le intemperie di certa politica arida, distratta, incompetente e senza memoria. Basta sostare 10 minuti col maestro per vedere come il suo cellulare squilla continuamente e dall’altra parte, stavolta si, una pioggia d’affetto e di stima.

Questa è una delicata battaglia, non solo per il Brass, ma per una Sicilia che vuole affermare l’importanza e il valore della cultura e dell’arte per le future generazioni. Intanto, in attesa di una soluzione, resta soltanto la paura che se la politica non farà un deciso ed immediato passo indietro si aprirà una falla e saremo di fronte ad un precedente inquietante. Passerà l’idea, spero mai l’abitudine, che la cultura sarà il pozzo, già secco di per sé, dal quale prelevare risorse per risolvere questioni meno fondamentali. Eh no, miei cari politici così non va, nulla è più importante della cultura, nulla! Se la cultura cede spazio è l’ignoranza che si insedia, e mai nell’ignoranza sono cresciuti uomini degni di tale nome, mai!!!