Borgo Propizio

Di Loredana Limone

Il romanzo è senz’altro divertente, ironico, originale, si presenta con un titolo ben augurante. Il “Borgo” fa pensare ad una sperduta località di provincia, forse nel centro Italia, luogo nel quale effettivamente si svolge la storia; “Propizio” è un aggettivo rassicurante che promette situazioni dall’esito sicuramente felice.

Siamo infatti in un piccolo centro italiano, come tanti, appollaiato su di un poggio, dove le case si spopolano, i giovani si annoiano e sognano la fuga verso l’ignoto delle grandi città. Le vicende si snodano in un tracciato narrativo suddiviso in 45 brevi capitoli, i cui titoli ci orientano con chiarezza nel dipanarsi della trama.

La struttura del romanzo guida sapientemente il lettore attraverso l’avvicendarsi di personaggi, avvenimenti, colpi di scena, sorprese che l’autrice riesce a mescolare creando una piccola suspense pur nel clima soleggiato, calmo e quasi dormiente della cittadina, dove tutti si conoscono e sanno tutto di tutti.

I personaggi hanno tutti un’aria familiare, quasi persone“della porta accanto”e tramite la lettura, entriamo in confidenza anche noi con questa piccola comunità.

Ecco che conosciamo Mariolina e Marietta (maga dell’uncinetto), due sorelle educate ai valori della famiglia di una volta, rimaste sole e avviate con qualche rimpianto ad una vita da “zitelle”, che interrompono il loro ormai predestinato futuro poiché nella loro esistenza irrompe l’amore.

Nel frattempo la venticinquenne Belinda ha un sogno: ella, dopo aver studiato e aver lavorato in un ufficio, si sente triste in quella realtà, ha intenzione di ripartire daccapo e ricominciare la sua vita proprio a Borgo Propizio, un paese in collina, in un'Italia che può sembrare un po' fuori dal tempo, ma proprio qui, le pare il luogo ideale per realizzare il suo sogno: aprire una latteria.

Il borgo è decaduto e nel locale che suo padre le ha comprato, un tempo bottega di ciabattino, si dice addirittura che aleggi un fantasma... ma che importa! Belinda vuole aprire una latteria, dove regalare a sé e ai suoi concittadini del piccolo borgo un’autentica novità commerciale: non wine bar, non happy hours, non fast food, non coffe house, non una imitazione dei locali alla moda, uguali ovunque, ma un luogo di incontro originale dove consumare dolci e specialità al latte, in cui “Belinda veniva trasportata, attraverso una dolcissima via lattea, su un universo parallelo dove si sentiva molto, molto a suo agio”.

I lavori di restauro del negozio sono affidati al giovane Ruggero, un volenteroso operaio che potrebbe costruire grattacieli se glieli commissionassero (o fare il poeta se sapesse coniugare i verbi). Le sue giornate sono piene di affanni, tra attempati e tirannici genitori, smarrimenti di piastrelle e il ritrovamento di un antico anello nascosto chissà quando dentro una vecchia scarpa murata in una parete... Ma c'è anche una grande felicità: l'amore, sbocciato all'improvviso.

Queste e altre storie si intrecciano nella piacevole prosa di Loredana Limone, coinvolta dai suoi tanti personaggi, tutti con una loro particolarità che ce li rende vicini e simpatici: le pettegolissime Elvira e sua figlia Ornella, la bella Claudia, l’avvocato Cesare, la cameriera sudamericana, l’onnipresente zia Letizia che impartisce ordini e ordisce piani, ascoltando le eterne canzoni del Gran Musicante personaggio muto ma presente, mito di molte attempate signore, al secolo Gianni Morandi. Un fresco romanzo sulla ritrovata comunità di provincia che, pur tra gli immancabili pettegolezzi, le maldicenze, le gelosie, i fraintendimenti, si dimostra una realtà sociale forte e coesa, capace di dare un senso e una speranza alla vita in un piccolo borgo sperduto in questa multiforme Italia in questi anni difficili specie per i nostri giovani.

Proprio Belinda, per formazione ed età, gusti ed aspirazioni, incarna la metafora giusta di tale speranza.

Caterina Puleo

Borgo Propizio
di Loredana Limone

Editore: Feltrinelli