Quadrivium

Quadrivium

Di Miranda Lundy, Daud Sutton, Anthony Ashton e Jason Martineau

Se solo amate la Bellezza, la poesia e l’eleganza e provate rammarico per la mole immensa di conoscenze che dal mondo antico non ci sono pervenute per le catastrofi della storia e per la stoltezza umana, allora vi tremeranno le mani reggendo questo libro, vero scrigno di conoscenze, di esperienze e di meraviglie. Prende le mosse dal Tetractys di Pitagora che nel 500 a.C. va via da Samo e fonda a Crotone una strana scuola.

La più strana del suo tempo, ma che ci lascerebbe tutti a bocca aperta, con la nostra pretesa di essere evoluti, colti e proiettati verso il futuro! Nella scuola di Pitagora tutti erano uguali sia materialmente, sia moralmente e le donne avevano pari dignità degli uomini. Il Sapere (uno e indivisibile!) era articolato in sette grandi branche fondamentali, quelle che poi, all’epoca di Platone, divennero le arti del “Trivium” (Grammatica, Logica e Retorica) e del “Quadrivium”.

Quest’ultimo nasce dalla creatura della mente umana più bizzarra e venerata, in tutti i tempi: il numero. Infatti la prima scienza indagata dal Quadrivium è l’Aritmetica; la seconda è la Geometria, ovvero il numero nello spazio; la terza è l’Armonia, ovvero il numero nel tempo; la quarta l’Astronomia, cioè il numero nello spazio e nel tempo.

E’ appropriato ricordare qui che per Socrate (nel Fedone) l’unificazione delle conoscenze è il vero scopo del Sapere. E questo ci sembra di fare studiando questo libro meraviglioso: ci sembra di riunificare ciò che sappiamo sotto una luce elegante e armoniosa. Ma c’è di più: ci sembra di ricongiungerci (finalmente!) alla cultura antica.

Diventiamo grati, guidati dalla nostra meraviglia, agli Antichi fondatori di quelle conoscenze che credevamo moderne ed hanno invece radici plurimillenarie. Riconosceremo le origini della meccanica, dell’astrofisica, riscopriremo le radici dell’acustica e dell’ottica. Potremo di nuovo bearci, con i pitagorici, nello studio del “cosmo” che vuol dire ordine, ma anche ornamento. Infatti, per la scuola pitagorica, il cielo visibile è l’ornamento dei principi puri e il numero dei pianeti è legato all’armonia proporzionale.

Studiare la perfezione dei cieli equivale a perfezionare il movimento della propria anima. Ne “I versi d’oro” della scuola pitagorica leggiamo: “E conoscerai, come è giusto che conosca, che la Natura è una e uguale a se stessa in tutte le cose”. Quale abisso dalla odiosa vivisezione del sapere a cui ci ha abituati la nostra scuola, con tutti i suoi luoghi comuni e le falsità sulle “attitudini”, per cui ci sembra addirittura normale che il prof. di Matematica ignori Tolstoj, o Leopardi e ancora di più che il prof. di Lettere non sappia praticamente nulla di Euclide, o di Pitagora, o di Newton.

L’unità del sapere, vera protagonista del Quadrivium, si impone già dal romanzo dei numeri: si scopre, ad esempio, il 5 nella natura e nell’arte, si riscopre l’ubiquità del 6 nel mondo che ci circonda, la gematria, ossia la lingua che diventa matematica, gli gnomoni, i quadrati magici sono bocconi prelibati di un pasto che non sazia mai. Si continua con la geometria che inizia dalle costruzioni delle figure piane e continua con la sezione aurea e si apre all’Architettura, ai solidi platonici che diventano archimedei, con riferimenti costanti alla letteratura, all’arte, alla filosofia, alla storia.

Ma le scoperte più emozionanti, forse si trovano nell’Armonia, ovvero la visione matematica della Musica: ovviamente, gli studi di Pitagora (che fu musicista prima che matematico e poeta), l’armonografo, le curve collegate agli accordi, le figure di Chladni, vero e proprio miracolo per “vedere” le onde sonore, lo studio matematico delle scale. Qui chi ama la Musica si incuriosirà verso l’approccio matematico a quest’arte e finirà per imparare un bel po’ di matematica. Infine, troviamo uno studio storico affascinante dell’Astronomia: gli studi di Tolomeo e della sua Scuola, la storia dei calendari, gli studi di Aristarco, degli arabi, di Tycho Brahe, la visione di Keplero.

Ma tutto è collegato all’Armonia e alla Bellezza. Basterebbe leggere la pagina dedicata alla “Bellezza perfetta di Venere” per comprendere l’originalità e l’assoluta eterogeneità di questa Astronomia, rispetto a quella che abbiamo studiato a scuola. Il periodo di rivoluzione di Venere è due terzi di quello della Terra, ossia il rapporto è quello di una quinta musicale.

Venere e la Terra sono in congiunzione ogni 8 anni terrestri o 13 anni venusiani: tutti numeri legati alla Musica. Inoltre, il libro mostra i disegni fatti da Tolomeo sulle traiettorie dei pianeti elaborate da Tolomeo e da altri astronomi successivi: non esistono disegni più eleganti! Per godere di questo libro non occorre una vasta cultura matematica. Basterà una giusta dose di curiosità e la volontà di comprendere perché, tutto sommato, il piacere di una brillante dimostrazione matematica sia così simile all’emozione di una sinfonia, o del cielo stellato, o di un’opera d’arte.

Rosa La Rosa

 

Quadrivium
di Miranda Lundy, Daud Sutton, Anthony Ashton e Jason Martineau

Editore: Sironi Editore