Dell’amore e degli altri demoni

di Gabriel Garcia Màrquez

Cartagena de Indias,1994. Sordi rumori di scavi. Lo storico convento di Santa Clara, ormai diroccato, deve essere abbattuto per far posto ad un hotel a 5 stelle. Le cripte di sepoltura saranno svuotate e distrutte. I colpi dei picconi si interrompono quando una magnifica lunghissima chioma color rame intenso, prorompe da un sarcofago. La leggenda emerge dal passato. Due secoli prima; giorno di mercato a Cartagena, sole intenso, scintillio del mare in lontananza, voci, musica, colori della pelle.

Ecco l’atmosfera festosa di un mercato caraibico, tra banchetti di coloratissima frutta, odorose fritture, vocianti lotterie, schiamazzo del porto negriero dove alcuni schiavi sono messi in vendita. D’improvviso la fuga di un cane spaventato, sconvolge la scena, il cane morde 4 o 5 persone, tra le quali la marchesina Sierva Maria de Todos los Angeles, recatasi al mercato con la domestica mulatta per comprare i sonagli per la festa del suo compleanno.

Sierva Maria, la protagonista di questo romanzo, è l’unica figlia del marchese di Casalduero e di una donna creola, dalla selvaggia bellezza ormai sfiorita. La sua vita si svolge nel fragoroso cortile degli schiavi del palazzo semivuoto, lontana dai disinteressati genitori che vivono noncuranti e pigri lasciandosi andare nella noia di un esistenza un tempo agiata.

Sierva Maria impara a ballare con più grazia e brio degli schiavi neri, apprende la musica e le canzoni nelle svariate lingue d’Africa, le schiave più giovani intrecciano per lei collane stregonesche, e si occupano dei suoi lunghi fiammeggianti capelli, pettinandoli in una treccia a numerosi giri. Sierva Maria ama la vita e coloro che la circondano. Il cane, intanto, è stato catturato ed ucciso: ha la rabbia, si dice.

Nella società superstiziosa ed ignorante del 18° secolo tale malattia è considerata demoniaca, quindi è una punizione celeste; l’innocente Sierva Maria ha macchiato l’onore della famiglia, è diventata un’indemoniata. Sconterà la sua inesistente colpa in un monastero di clausura, dove sarà processata, giudicata, esorcizzata e purificata.

La sua familiarità col mondo africano e creolo sarà la sua condanna. Unico conforto le verrà dall’amore che conoscerà in quelle segrete celle. Un sentimento nuovo, una forza naturale, potente, straziante. Sierva Maria morirà più per l’amore perduto, che per le sevizie comminatele; i suoi magnifici capelli, simbolo della sua innocenza, cresceranno nella tomba anche da morta.

La chiesa cattolica l’ha sacrificata negandole la bellezza, la gioia di vivere, la libertà, nel nome di un pregiudizio camuffato da precetto religioso. Quanto più si fa strazio del corpo e della mente di Sierva Maria, tanto più presso il popolo creolo dei Caraibi si diffonde veloce il ricordo e la sua venerazione.

Marquez, col suo linguaggio diretto e disarmante, ci rende partecipi della vicenda, ma ancora di più, come in tutti i suoi romanzi, ci consola facendoci respirare l’atmosfera solare, colorata della Colombia: paese caraibico con un’ identità “amazzonica”. I suoi personaggi vivono nella bellezza che riscatta la tragicità della vita con naturalezza e fatalità; vivono immersi nei suoni, nei profumi, nella luce abbagliante del mare e nella penombra ammaliante della foresta, in questo lontano mondo sudamericano permeato di Africa.

 

Dell’amore e degli altri demoni
di Gabriel Garcia Màrquez

Editre: Arnoldo Mondadori