L’evoluzione di Calpurnia

Di Jaqueline Kelly

Torniamo alla letteratura per ragazzi che ci sta a cuore, se davvero crediamo che la lettura ci salverà dalla barbarie del qualunquismo e del consumismo. Occuparsi delle letture per ragazzi è necessario ed urgente per chiunque lavori nel campo dell’educazione. Siamo nel 1899, in Texas, Paese che ha partecipato alla guerra di secessione e ne porta ancora i segni.

La cultura borghese dominante vuole che le donne si occupino di faccende domestiche, di ricamo, di maglia. Le ragazze a scuola studiano queste discipline. Vicino alla casa di Calpurnia c’è ancora lo sgranatoio, locale dove gli schiavi alloggiavano e lavoravano il cotone e dove ancora, al tempo del romanzo, lavorano gli operai assunti (e pagati!) per la trasformazione del cotone.

Calpurnia odia i lavori domestici ed è attratta dalla Natura intorno alla casa. Ammira molto il nonno, scienziato naturalista sempre dedito agli studi nel suo laboratorio; impara a catalogare piante e animali, acquisisce il metodo del nonno; ha un talento naturale per le domande sensate e critiche, per quanto spontanee e infantili. Il taccuino è il suo compagno prediletto.

Il suo personaggio ci ricorda Jo di “Piccole donne”, ma con un più accentuato stridore fra il carattere libero e ribelle della scienziata in erba e la convenzione sociale, che pervade anche la famiglia, che vuole le ragazze dedite alle faccende domestiche e, tutt’al più, al pianoforte. Si prova amarezza per il nostro“progresso” che, senza indurre nelle giovani generazioni alcun amore per la Scienza, né capacità di osservazione, non è neanche più capace di produrre amore per i lavori domestici, per la maglia, per il ricamo.

Oggi non solo le ragazze, ma anche molte donne adulte guardano alla maglia, al ricamo, al cucito come ad attività di cui vergognarsi, perché fuori moda, o perché appannaggio di donne incolte, di vecchie zie che non contano nulla. Il web e il cellulare riempiono pericolosamente il tempo e la mente delle adolescenti che rifiutano i lavori femminili non in nome di un’emancipazione culturale di cui non avvertono alcun bisogno, ma perché noi adulti non abbiamo saputo rimpiazzare tali attività con niente di migliore.

Non abbiamo saputo creare modelli alternativi alla TV, al web, al cellulare, perché ne siamo schiavi anche noi. Quando ho acquistato il libro, pensavo che esso affrontasse il problema dell’apprendimento dell’Evoluzione (tema fondamentale della didattica della Biologia) da parte degli adolescenti. Molti sono, infatti, i misconcetti riguardo all’Evoluzione nella mente degli alunni nella fascia d’età di Calpurnia:

  1. l’Evoluzione è un fenomeno che riguarda il passato. Ormai le specie non si evolvono più
  2. L’adattamento è l’insieme degli sforzi che gli individui fanno per sopravvivere ad una condizione di disagio nell’arco della vita: una prova di buona volontà
  3. Il finalismo della morfologia in Biologia
  4.  L’ereditarietà dei caratteri acquisiti

per dire i più comuni e difficili da sradicare. Purtroppo, il libro non si occupa di problemi di didattica della Biologia, pur proponendo un ottimo modello di apprendimento: il contatto quotidiano con la Natura e l’osservazione guidata. Oggi, l’Evoluzione (e lo stesso Darwin!) è messa in discussione da tentativi conservatori che hanno provato ad eliminarla dai curricula di Scienze nella nostra Scuola.

Il romanzo è adattissimo ai ragazzi fra gli 11 e i 13 anni, affinché si facciano prendere dalla voglia di scorrazzare in campagna, ai fiumi, ai boschi, al mare, lasciando a casa ogni tanto il computer e il cellulare.

 

l’evoluzione di Calpurnia
di Jaqueline Kelly

Editore:Salani