Di Maurizio De Giovanni
Fa freddo a Napoli. Molto freddo. E, come accade sempre nelle città del sud, le case, i negozi, gli edifici pubblici, i tram, i mezzi di trasporto non sono attrezzati per far sopportare la morsa del gelo. Due ragazzi, fratello e sorella, vengono assassinati barbaramente, con inaudita violenza nell’appartamento messo loro a disposizione da un ricco luminare della facoltà di Medicina, padre del collega, nonché grande amico del ragazzo assassinato.
L’appartamento è davvero malridotto e non c’è campo per i cellulari. Non funziona il citofono e, per aprire, bisogna scendere nell’androne. Esso si trova, per caso, a due passi dal commissariato di Pizzofalcone, i cui dipendenti sono malvisti da tutta la polizia della città per un fattaccio del passato commesso da altri che rende difficile il loro riscatto morale.
Anzi, dalla questura arriva voce che vogliano chiudere il commissariato, perciò l’ispettore Lojacono e l’agente Di Nardo, responsabili diretti delle indagini, sono impegnati in una lotta contro il tempo per trovare il colpevole, altrimenti in parecchi perderanno il posto e saranno trasferiti chissà dove. Il bello, come al solito, è che tutti i componenti della squadra hanno delle personalità ben delineate, con delle vite vere difficili. Ognuno ha una propria personale visione del mondo attraverso le lenti dei problemi quotidiani.
Coinvolge Alex Di Nardo, ragazza omosessuale innamorata della collega-capo della scientifica, che non vuole deludere le aspettative che il padre, vecchio militare, ha su di lei. Ci fa trepidare l’indagine non dichiarata di Pisanelli, vedovo, ammalato di cancro, che continua a “parlare” con la moglie, su un presunto omicida che sta “suicidando” i vecchietti depressi e soli del quartiere. Ci immedesimiamo nell’angoscia di Ottavia, abilissima nel navigare in internet, che non ce la fa più a convivere con un figlio autistico, problema del quale giustamente non intravede soluzione, e che per giunta si accorge di non amare più il marito e che si innamora, invece, del commissario Palma.
Proviamo simpatia per l’agente Aragona, che sembra un eccentrico superficiale, molto attento al gesto studiato del togliersi e rimettersi gli occhiali. La vicenda personale di Lojacono ci entra nel cuore, perché egli deve guadagnare e mantenere la stima e la fiducia di Marinella, la figlia adolescente innamorata della città e che riceve le attenzioni di un ragazzo conosciuto per le scale. Paure, bugie, tradimenti, equivoci minacciano il loro tormentato rapporto e ci fanno ripensare alle nostre debolezze di genitori.
Manca un serio movente e sembra proprio che il commissariato debba chiudere. Il commissario Palma è perfino tentato di risolvere il caso frettolosamente, accusando una persona della cui colpevolezza non è sicuro e si scontra su questo con Lojacono. La svolta è inaspettata e viene da chi nessuno poteva immaginare che arrivasse. Come al solito, non si riesce a interrompere la lettura, quindi è consigliato un week end, o un’influenza.
Rosa La Rosa
Gelo
di Maurizio De Giovanni
Editore: Einaudi