Parti in fretta e non tornare

Parti in fretta e non tornare

Di Fred Vargas

Nell’era della tecnologia più avanzata, del “touch screen”, social network, telecomandi e internet ecc…l’incontro con un “banditore” che declama le notizie e annunci con voce modulata e stentorea in una piazza, mi lascia a dir poco disorientata, incerta sulla comprensione di quanto letto all’inizio del romanzo; allora torno indietro, rileggo, ed è vero sto leggendo di un banditore in una piazza in pieno centro di Parigi.

Joss Le Guern, bretone, ex pescatore, dal carattere schivo e molto ombroso, disoccupato, dopo aver disceso tutti i gradini della disperazione, ha riesumato la professione di banditore del quartiere di Montparnasse all’incrocio Edgar Quinet - Delambre, ed è proprio in questa piazza che inizia a dipanarsi una vicenda dagli aspetti a dir poco oscuri, infatti nella cassetta che il banditore appende la notte ad un albero, oltre ai vari messaggi e annunci che gli abitanti del quartiere vogliono diffondere, vengono depositate incomprensibili missive scritte in una lingua antica in cui a volte anche l’ortografia è desueta.

Il colto, vecchio Decambrais, altro personaggio anch’egli di origine bretone, dal passato nebuloso, capisce che qualcuno trama nell’ombra e decide di rivolgersi “ad uno sbirro al quale piacciono le storie confuse o poco interessanti”: il commissario Adamsberg.

Contemporaneamente, dall’altro capo della città, di notte, sulle porte delle case di Parigi, vengono dipinti con la vernice nera strane sigle e numeri. Sono dei numeri 4, grandi 4 neri rovesciati, un po’ scritti all’antica. Solo il commissario Adamsberg intuisce che tra i due fatti esiste un legame. Forse è una storia che affonda nei tempi bui dell’Europa, quelli della peste, la Morte Nera.

Adamsberg è un uomo lento, dalla statura non molto alta, bruno, a cui piace camminare; infatti riflette solo camminando e i suoi pensieri sono aggrovigliati come gli scarabocchi che annota sui fogli, i suoi percorsi mentali appaiono di impervia natura. Viene chiamato ironicamente dai suoi colleghi “lo spalatore di nuvole”, ciò non toglie che sia circondato da fiducia e rispetto poiché questa calma, questo “flusso di coscienza” dei pensieri lo porta sempre a risolvere casi contorti e complessi come del resto sembra essere la natura umana.

Egli capisce che qualcosa di malvagio si cela dietro questi fatti insoliti. Infatti non tarda ad arrivare la prima vittima. Un uomo che abitava in un appartamento privo di “segni” sulla porta. La vicenda si snoda con una buona dose di suspence, coinvolgendo il lettore alla ricerca di rassicurazioni e conferme proprio sull’argomento “pestifero”, mentre a Parigi si tenta di arginare la psicosi collettiva che sta per esplodere.

Tutti i personaggi che ruotano intorno alla piazzetta all’incrocio Edgar Quinet – Delambre collaborano col commissario Adamsberg e col suo fido ispettore Danglar alla soluzione del caso che sembra simile ad “un groviglio di alghe, lucide, viscide spiaggiate sui ciottoli della riva”; un colpo si scena finale dipanerà il mistero lasciando un senso di consapevolezza dell’amara realtà della vita. L’autore del romanzo è in realtà un’autrice, infatti Fred Vargas è lo pseudonimo di Fréderique Audouin-Rozeau.

La scrittrice che ama definirsi "véritable encyclopédiste humaniste”, di professione è medievalista archeozoologa, scrive romanzi gialli nei ritagli di tempo; nei suoi romanzi ha creato un universo di personaggi vari e interessanti e che si incontrano spesso in tutta la sua produzione letteraria. Innamorata di tutta la Francia, con una certa predilezione per Parigi e la Bretagna, non risparmia critiche a volte impietose ai suoi connazionali, utilizza un linguaggio a volte gergale nel quale traspaiono i gesti, gli ammiccamenti, i silenzi; Fred Vargas è anche abilissima nel giostrare con le parole e le sue competenze scientifiche. Notevole l’originalità dei temi affrontati in tutti i suoi romanzi. Sarà difficile resistere alla tentazione di leggerli tutti.

Caterina Puleo

Parti in fretta e non tornare
di Fred Vargas

Editore: Einaudi