La condanna del sangue

La condanna del sangue

Di Maurizio De Giovanni

Chi va dalla cartomante magari non è un intellettuale abituato ad affrontare i problemi guidato dalla ragione, ma è certamente una persona con gravi problemi personali, o familiari, o anche “solo” psicologici.

Perciò, nell’indagare sull’omicidio di Carmela Calise, cartomante del rione Sanità di Napoli, necessariamente Ricciardi si imbatte in un’umanità dolente, disperata, o accecata dalle passioni, o dettata dal bisogno impellente di denaro, o spinta dalla solitudine, o, come si capirà alla risoluzione del giallo, dalla condanna del sangue, cioè dall’eredità culturale e biologica ricevuta dai genitori.

Va detto che la vittima è anche usuraia in un quartiere di poveri che vivono di espedienti, perciò sono davvero molti gli indiziati e molte, di conseguenza, le storie in cui ci si imbatte prima di arrestare il colpevole.

C’è il sessantenne fidanzato con fidanzatina coetanea che spera di avere figli, ma non può sposarsi, perché mamma non vuole e va dalla cartomante affinché questa gli riveli quando morirà la mamma, per convolare alle sognate nozze; c’è il vedovo adultero che vuole sapere dalla cartomante dove sono i gioielli della moglie che è morta dandosi fuoco quando ha scoperto il tradimento del marito e che ha gettato i gioielli in mare; c’è il pizzaiolo che ha aperto da poco il suo locale e si è fatto prestare i soldi a strozzo e non può pagare la cambiale in scadenza; c’è anche la capacità imprenditoriale della cartomante che, servendosi della portinaia, sua complice, fa succedere “per caso” gli eventi e i particolari “predetti dalle carte”; c’è la coppia di aristocratici ricchissimi che convivono, ma non si parlano più da tempo, anche se lui sa che quelle della moglie sono effimere fantasie dettate da vanità e da noia.

Ci sono i drammi personali di Ricciardi e di Maione, suo collaboratore, che, senza troppe parole, si sostengono da grandi e veri amici e insieme affrontano le intemperie di una vita che non risparmia a nessuno il dolore e l’angoscia.

Troneggia su tutto e su tutti una primavera annunciata, penetrante, sempre più imperiosa che accende passioni e soffia un vento impetuoso che fa vacillare le certezze, la ragione, la misura, vento contro cui l’intuito di Ricciardi conduce la sua guerra dolorosa e senza quartiere. Un libro-sfida che non lascia indifferenti. Una lettura di alta qualità.

Rosa La Rosa

La condanna del sangue
di Maurizio De Giovanni

Editore: Fandango libri