Interventi sì, ma non metteteci in ginocchio

MONREALE, 15 luglio - Diciamolo sommessamente: quando l'Anas, in via cautelativa, ha deciso di chiudere la statale 186, nel tratto compreso tra bivio Spartiviolo e Pioppo, a tutti è venuto in mente "l'incubo" della stessa strada di alcuni chilometri più avanti: quelli del tratto tra Sagana e Partinico.

Ricordiamo ancora tutti come andò: un incendio rovinoso, avvenuto nell'agosto del 2012, chiuse un'importantissima arteria del comprensorio monrealese per diversi mesi. Ci volle la Pasqua dell'anno successivo e con essa forse, qualche "miracolo" ad essa connesso, per vedere la riapertura del tratto. Fu, è ancora cronaca recente, una vera e propria iattura per l'economia di una fetta importante della provincia: tanto per gli spostamenti legati al turismo (era quanto mai difficile raggiungere il mare), quanto, soprattutto, per quelli necessari per il commercio e per lo sviluppo. L'alternativa era o un lunghissimo "giro" dall'A29 o un pericolosissimo ed avventuroso percorso lungo la strada di Montelepre.

Adesso il passaggio è obbligato: con il tratto chiuso è necessario scendere da Spartiviolo, passare da Fiumelato, Pezzingoli e Caculla, per raggiungere Giacalone e proseguire, quindi, per Borgetto o per San Giuseppe Jato.
Di quel periodo ricordiamo i continui rimpalli di competenze, gli annunci fine a se stessi, le riaperture ventilate, ma poi rimandate. Ricordiamo, soprattutto, un intero settore in ginocchio, in attesa che i tecnici e la politica facessero la loro parte.

Oggi lo spettro di un'altra situazione di questo tipo è dietro l'angolo. In questi casi, per "mettersi il ferro dietro la porta" le strade si chiudono in cinque minuti, poi però, si riaprono dopo diversi mesi. Non vorremmo che fosse un "remake" di un film "horror" che, purtroppo, abbiamo già visto.

I tecnici devono garantire la massima sicurezza ai passanti, per carità e ci mancherebbe, ma sarebbe il caso che i processi e gli eventuali interventi avvenissero nel minor tempo possibile. Di altri ostacoli e di ulteriori fardelli allo sviluppo de territorio non abbiamo assolutamente bisogno.