Facciamo il tifo per l'anagrafe

MONREALE, 4 giugno - Se il più anziano dei due candidati sindaci rimasti in lizza (in questo caso Piero Capizzi) ha da poco raggiunto i quarant'anni (Alberto Arcidiacono va per i trentacinque), Monreale, più che davanti ad una forte e fondata speranza, si trova in presenza di una certezza: quella di un cambiamento generazionale.

Non sempre, in verità, gioventù è sinonimo di cambiamento, questo è vero, specie se in vigore ci sono logiche arcaiche e se i metodi sono quelli di sempre. Se, però, agli schemi inveterati, ai modelli politici prestampati si aggiunge una carta d'identità ingiallita dal tempo, le possibilità di respirare un'aria nuova probabilmente si assottigliano di molto.
Domenica prossima (con appendice lunedì mattina) Monreale si troverà a scegliere fra due candidati che, comunque vadano le cose, abbasseranno di molto l'età media della Sala Rossa degli ultimi anni.

Due persone che, al di là di come governeranno nei prossimi cinque anni, si presentano come in grado di incarnare quell'esigenza di cambiamento e quella sensibilità a stare al passo con i tempi, che, mai come in questo momento, appare necessaria.

Senza volere scomodare l'abusato "nuovo che avanza", abbiamo motivo di guardare con fiducia a questa sfida finale fra Alberto Arcidiacono e Piero Capizzi, forti della convinzione che entrambi impegneranno tutti se stessi per assicurare a Monreale quella spinta verso i tempi moderni di cui Monreale necessita e alla quale deve tendere senza ulteriori esitazioni.

L'età verde degli aspiranti attori di "una poltrona per due" induce all'ottimismo. A patto che riescano a superare logiche antiche e stantie, a patto che decidano di far prevalere quella parte di loro che guarda avanti, piuttosto che quella rivolta al passato.
L'auspicio di tutti noi monrealesi è che l'impegno al cambiamento sia proporzionale alla freschezza dell'anagrafe, per la quale facciamo palesemente il tifo.