Siamo monrealesi e vorremmo continuare ad esserlo

Il ddl sulle Aree Metropolitane mortifica la nostra storia e toglie rappresentatività

MONREALE, 22 settembre - Chissà se i candidati a sindaco, già in campo o prossimi a scendervi, hanno riflettuto sul fatto che potrebbero legare per sempre il loro nome a quello della storia di Monreale. Il prossimo sindaco, infatti, potrebbe essere l'ultimo di questa città.

Un'eventualità che non è affatto remota, specie se il Governo della Regione dovesse varare, così come ha annunciato di voler fare, la riforma che istituisce le Aree Metropolitane. Tre grandi aree (Palermo, Messina e Catania), che racchiudono al proprio interno un gruppo di Comuni (per Palermo sono 20), che perderebbero il loro status e verrebbero "declassati" al ruolo di municipalità, con poteri molto ridotti rispetto a quelli attuali e soprattutto una rappresentatività di gran lunga inferiore a quella avuta fino ad oggi.

Diciamo subito che siamo fermamente e nettamente contrari a questa riforma, anzi per dirla come Fantozzi, la riteniamo l'equivalente di una vera e propria "Corazzata Potemkin", con tanto di 92 minuti di applausi.

Non soffermandoci sui discorsi (giustamente) tirati fuori da tanti amministratori, che in questi giorni hanno gridato il loro "no" al ddl governativo, appellandosi a ragioni di carattere storico, culturale e sociale, perchè ogni Comune si troverebbe infilato in un "pentolone" con tante altre realtà lontanissime dalla propria per mille e un motivo, riteniamo prioritario sottolineare come l'istituzione di un'area metropolitana otterrebbe come primo risultato quello di togliere voce ai paesi, specie quelli più piccoli. Comuni che non riuscirebbero più ad esprimere i loro rappresentanti e che verrebbero fagocitati dal capoluogo, ben più esteso, potente e numeroso del piccolo centro di periferia. Palermo diventerebbe un'area da un milione di abitanti. Quanto volete che conti una realtà che a mala pena raggiunge i diecimila? Anche Monreale, benchè fatta da più di trentacinquemila anime, si perderebbe nel "mare magnum" del capoluogo, con buona pace delle sue aspirazioni di autonomia. I piccoli centri, per farla breve, verrebbero privati del loro diritto alla politica.

"Arriveranno finanziamenti cospicui", ha detto l'assessore alle Autonomie Locali, Patrizia Valenti. Sarà... ma anche per questo argomento probabilmente varrà il discorso di cui sopra. La fetta di torta principale sarà destinata a Palermo e le municipalità, piaccia o non piaccia, dovranno accontentarsi delle briciole.

Chi si lascia prendere dai discorsi di antipolitica, dal "tanto peggio, tanto meglio", dal "togliamo le risorse a questa classe politica monrealese incapace si gestirle" (come anche sulla pagina Facebook di questo quotidiano, più o meno con queste parole, a volte è stato detto) si ricordi che soltanto esprimendo dei rappresentanti potrà sperare di vedere ascoltate le proprie istanze e che comunque e in ogni caso qualcun altro le decisioni le prenderà al nostro posto, sulla nostra testa.

Facciamo appello ai deputati regionali, quindi, soprattutto a quelli che esprime il nostro territorio, che con uno scatto d'orgoglio sappiano opporsi ad un disegno di legge per la cui definizione vorremmo tanto richiamarci al "colore" di Roberto Calderoli e del suo giudizio sulla legge elettorale. Siamo monrealesi e vorremmo continuare ad esserlo. A volte vantandocene, a volte un po' meno.