Caputiani e anti caputiani: il silenzio è d'oro

Rispetto per la sentenza, il giudizio sull'ex sindaco lo darà la storia

MONREALE, 12 giugno - Non apparteniamo al partito dei "caputiani". Con la stessa schiettezza e con identica serenità d'animo possiamo affermare, però, di non far parte nemmeno di quello dei tanti anti-caputiani che, probabilmente, in questo momento stanno festeggiando.

Per dirla con Alessandro Manzoni, nel suo celeberrimo "Cinque maggio" e scusandoci ovviamente per l'irriverenza, riteniamo di essere nella posizione di chi è "vergin di servo encomio e di codardo oltraggio". Siamo convinti, infatti, che non fa onore a nessuno ed è di cattivo gusto godere delle sfortune altrui ed è da vili sferrare un pugno quando la persona di fronte è a terra. Preferibile, semmai, se si hanno gli attributi, provarci quando, invece, è solidamente in piedi. Detto questo, però, abbiamo il dovere di ricordare - come lo stesso Caputo, navigato uomo di legge certamente potrá condividere - che le sentenze non si commentano, ma si rispettano.

Se Salvino Caputo merita di lasciare l'Ars non dobbiamo dirlo noi. Lo ha detto la commissione "Verifica Poteri" della quale, ironia della sorte, l'ex deputato pidiellino era vicepresidente. Può darsi che lo negherà l'Autoritá Giudiziaria (così come potrebbe non farlo), alla quale il due volte sindaco di Monreale ha già annunciato ricorso.

Di Caputo, col quale a volte abbiamo molto civilmente polemizzato, apprezziamo, senza averne fatto mai mistero, la grande iniziativa politica e comunicativa, suffragata dai numeri delle attività parlamentari e dalla sua grande, a volte eccessiva, esposizione mediatica. Non crediamo che al momento ci sia da aggiungere altro, se non ribadire il rispetto tanto per la legge, quanto per la persona. Noi continueremo a seguire la vicenda da semplici cronisti. Il giudizio su Caputo lo hanno sempre dato gli elettori, alla lunga lo darà certamente la storia.