La Tarsu e il "miracolo" di Crocetta

Un tributo pesante che certamente lascerà il segno

MONREALE, 17 febbraio - Vorremmo non essere blasfemi, dicendo che siamo aggrappati al "miracolo" di Crocetta. Purtroppo, però, la realtà sostanzialmente è questa. O il presidente della Regione, incontrando il sindaco, indicherà una soluzione o sulla questione Tarsu ci sarà poco da fare.

Dovremo pagare e sorridere, dunque, anche se non c'è nulla, proprio nulla da sorridere e certamente non sorriderà nessuno. Anzi, in tanti hanno già pianto ed avevano ragione di farlo. Con la crisi che c'è, con le famiglie che fanno i salti mortali per vivere il quotidiano, con la gente che rinuncia pure all'aria che respira, il pagamento della Tarsu, aumentata del 100 per 100 rispetto ad un anno fa, appare proprio come un pugno sui denti. Un oltraggio al buon senso e ad ogni forma di giustizia. Anche perchè, diciamocelo francamente, paghiamo un servizio da "Svizzera", senza che lo stesso ne abbia la qualità ed i requisiti. Anzi, per dirla tutta (non ce ne vogliano i bravi operai dell'Ato), spesso ha lasciato molto a desiderare. E le immagini delle cataste di rifiuti, più volte immortalate anche sulle pagine di questo quotidiano, di certo non le abbiamo inventate noi.

Il sindaco è stato fin troppo chiaro: la Tarsu non può essere annullata, nè diminuita. Il costo, nella sua interezza, per legge deve ricadere sui cittadini. E per un criterio iniquo questo viene ripartito non sulla base del nucleo familiare, ma sui metri quadrati dell'abitazione. Per cui una famiglia di quattro-cinque persone che vive in cento metri quadrati e che certamente produce una quantità industriale di rifiuti, paga tanto quanto un single che vive nello stesso spazio, anche se, per forza di cose, questo di spazzatura ne produce una quantità molto inferiore.

Dovremo coprire l'intero costo, quindi. Ma è proprio questo il nocciolo della questione: il costo. Davvero esorbitante, anti-economico ed impossibile da reggere ancora. Ma è possibile sborsare tutti questi quattrini per garantire un servizio di base come quello dello smaltimento dei rifiuti? Sì, se l'Ato (non lo scopriamo certo noi) come personale è sovradimensionato, se per andare a scaricare un camion di spazzatura occorre fare 400 chilometri, se in tanti anni non è stato possibile realizzare una discarica comunale, dicasi una, in un territorio vasto quanto una provincia come quello di Monreale, se la percentuale di raccolta differenziata, al di là della buona volontà degli Ecocentro, è ancora a livelli assolutamente insufficienti.

Sta proprio qui la sfida che devono accettare i nostri amministratori ed i vertici dell'Ato. Fare in modo che il costo del ciclo dei rifiuti diminuisca sensibilmente e si collochi su livelli accettabili. Altrimenti, con la disperazione dilagante e con le tasche vuote della gente, c'è il rischio che la manifestazione di venerdì scorso, la più partecipata degli ultimi anni, a meno di un improbabile "miracolo" di Crocetta, si trasformi in un pericoloso "assalto ai forni" di manzoniana memoria.