L'azienda trasporti in evidente conflitto con se stessa
MONREALE, 5 novembre – Pressappochismo, approssimazione, ma soprattutto nessun rispetto per quei poveri disgraziati che devono prendere l'autobus. Solo così si spiega la controversa vicenda dello stop alle corse (o presunto tale) dell'Amat verso Monreale.
Uno stop, prima minacciato con lettera al Comune il 9 ottobre scorso, poi sospeso a seguito di contatti telefonici tra i vertici dell'azienda ed il sindaco, quindi ufficializzato con tanto di comunicato sul proprio sito Internet (mica sul Corriere dei Piccoli) ed infine, non si sa come, non effettuato, con gli autobus, che fino ad ora (fra un quarto d'ora non si sa) sono arrivati a Monreale.
È questa "l'efficacissima" azione di comunicazione dell'azienda trasporti di via Roccazzo, che magari sarà pure dalla parte della ragione per i crediti vantati nei confronti di Monreale (non tocca a noi entrare nel merito), ma certamente è ben lungi dal conoscere le basilari regole della comunicazione ed anche del rispetto nei confronti degli utenti.
Il cellulare del presidente Ettore Artioli in questi giorni ha squillato decine di volte a tutte le ore del giorno e forse pure della notte, ma le innumerevoli chiamate sono cadute nel vuoto, così come, finora, gli approcci tentati via sms.
D'accordo, si potrà obiettare, il presidente dell'Amat mica è obbligato a rispondere per forza alle chiamate dei giornalisti: non glielo prescrive il medico e neppure glielo impone la legge. Verissimo. Ora, lasciamo stare il fatto che dare informazioni precise potrebbe essere soltanto un atto di pura cortesia (peraltro facoltativa), ma potrebbe servire soprattutto a fare chiarezza e a mostrare rispetto, se non dei mezzi di informazione (di quello se ne sono perse le tracce), quantomeno degli utenti, che, girala come vuoi, hanno sempre ragione, per il semplice fatto che pagano il biglietto e hanno il sacrosanto diritto di sapere se l'autobus arriva o non arriva.
Non resta, allora che affidarsi alla comunicazione istituzionale, quella che avviene attraverso il sito internet ufficiale dell'azienda (www.amat.pa.it). Se anche questo non è veritiero e quindi non attendibile, allora possiamo chiudere, far finta di niente e dire che abbiamo scherzato.
Non parliamo, infine della possibilità di contattare il 199.240.800 di "Amat informa", perché siamo alle comiche: "L'autobus non arriva – dice la voce al telefono – evidentemente l'autista si sarà sbagliato". Insomma, di tutto e di più. Che dire? Provare solo tanta amarezza nel vedere lo stato di degrado di un'azienda storica, i cui disservizi cominciano molto prima che l'autobus arrivi.
Guarda il comunicato Amat