Regionali, un voto anche contro il grosso fenomeno astensionismo

E' altissima, secondo i sondaggi, la percentuale di chi non vorrebbe andare alle urne

MONREALE, 3 ottobre - Toc toc? Ciao, posso chiederti per chi voterai? Una domanda ricorrente, in questi mesi che precedono le regionali siciliane. E la risposta, stando ai primi rilievi statistici, è tutt'altro che semplice.

Quanti di voi si sono soffermati a guardare i volti che campeggiano sulle gigantografie affisse lungo le strade ed in ogni spazio pubblicitario disponibile, senza lasciarsi prendere dall'indecisione e dallo smarrimento? Votare o non votare, però, sembra il vero dilemma di questi giorni!

È l'incertezza, infatti, il sentimento dominante in Sicilia, quando la campagna elettorale è già nel vivo. I primi risultati emersi da vari sondaggi segnalano un'area grigia del "non voto" che conta quasi due milioni di elettori: una percentuale spaventosa, se si considera che gli aventi diritto sono circa 5,2 milioni. Altri 900 mila, inoltre, al momento sta ancora alla finestra, in preda alla perplessità sul da farsi. Una dimensione del fenomeno che non ha riscontri nell'ultimo decennio.

Uno scenario, dunque, di grande frammentazione, così come emerge anche dall´analisi condotta dall'Istituto Nazionale di Ricerche "Demòpolis". Secondo l'istituto di ricerca, infatti, la fiducia dei siciliani nel Parlamento è passata dal 23 all'11 per cento e nei partiti dal 16 al 5 per cento. "Se si fosse votato ieri, più di 2 milioni di siciliani sarebbero rimasti a casa senza andare a votare", ha dichiarato qualche giorno fa Pietro Vento, partecipando ad un confronto elettorale televisivo.

L´area dell´astensione, quindi, oggi sembra essersi allargata ben oltre la quota fisiologica. Cresce in modo rilevante il numero di quanti non si recherebbero alle urne per protesta, per sfiducia verso i partiti; ma si allarga pericolosamente anche il segmento di chi è convinto che il voto non serva, che la politica non sia più in grado di incidere sulla vita reale dei cittadini siciliani.

Cospirazioni e scandali politici rischiano di diventare la norma in ogni paese ed in ogni partito, tanto da innescare nei cittadini la disarmante convinzione che la politica generi automaticamente la corruzione. Nessuna meraviglia, quindi, se la maggioranza delle persone non ha fiducia non solo nei politici, ma anche nella politica in quanto tale. Un dato, questo, quanto mai allarmante, che misura la disaffezione dei cittadini nei confronti delle istituzioni e della democrazia rappresentativa. Ai partiti, o meglio, ai loro prescelti rappresentanti, in questi giorni toccherà il compito di riconquistare la fiducia degli incerti e degli astensionisti dando loro valide ragioni per recarsi alle urne. Di contro, ai cittadini l'invito alla determinazione, al coraggio e alla fiducia nelle proprie possibilità! Ogni individuo, così come vuole la nostra carta costituzionale, possiede in ogni momento l'autorità per proporre, discutere e decidere (votandola) ogni politica. Esercitiamo, quindi, questo nostro diritto sacrosanto e facciamolo nel migliore dei modi.