Ce la faremo

MONREALE, 10 marzo – Quanto sia grave il momento che il nostro Paese sta attraversando in questi giorni è sotto gli occhi di tutti. Anzi, per dirla meglio, probabilmente è il momento più buio degli ultimi decenni. Proprio per questo sono necessari provvedimenti straordinari, si impongono comportamenti straordinari.

Quante volte avevamo visto il Presidente del Consiglio, andare in onda in prima serata, nel corso di un’edizione straordinaria del Tg1, per annunciare in diretta misure così restrittive per tutta l’Italia? A mia memoria nessuna. Misure che, per chi ha vissuto a quel tempo, ci portano indietro agli anni della seconda guerra mondiale, quella che ci raccontavano i nostri nonni, o ai tempi del devastante terremoto del Belice, di cui ci parlavano i nostri genitori. Noi (ne avremmo fatto a meno volentieri, ovviamente) ai nostri nipoti potremo raccontare l’emergenza coronavirus, ma dovremo impegnarci tutti per raccontare loro che questa emergenza l’abbiamo superata. Che questa battaglia l’abbiamo vinta. Come? Con l’impegno di tutti, con il sacrificio di tutti, con spirito di solidarietà che deve coinvolgere tutti. “La storia siamo noi, nessuno si senta escluso”, diceva opportunamente Francesco De Gregori, che certamente non pensava al coronavirus, ma che aveva inquadrato molto bene il concetto di nazione. Occorre che tutti vadano nella stessa direzione per sfidare questo avversario che si nasconde, contro il quale non possiamo combattere in campo aperto perché non lo vediamo. Ma tutti dovranno farlo applicando il buon senso, mantenendo lucidità e mostrando rispetto per le regole, che le nostre Istituzioni, a tutti i livelli, ci mettono fortunatamente sul piatto.
In Cina, una nazione popolata da 1 miliardo e 400 milioni di persone, i contagi (da diverse migliaia) sono scesi a soli 40 giornalieri. Inoltre sono in netto aumento le guarigioni. E questo perché il popolo cinese, abituato ad obbedire dovendo fare i conti con un regime autoritario e dai metodi spicci, si è uniformato senza esitazioni alle misure draconiane imposte dal governo. Noi, fortunatamente, non siamo in regime di dittatura, ma, purtroppo, ad obbedire siamo sempre stati restii e rispettare le regole non è mai stato il nostro forte. Ora però non possiamo più permetterci di fare i furbi. Non possiamo più permetterci di essere indisciplinati. Facciamo la stessa cosa anche noi. Facciamo vedere che non siamo italiani solo quando gioca la nostra Nazionale ai mondiali e tutti assieme cantiamo l’inno di Mameli. Ci siamo sempre rialzati in tutti i momenti drammatici della nostra storia, ci rialzeremo, pur con tanti, grossi sacrifici, anche questa volta. Tutti uniti, tutti assieme. Ce la faremo.