MONREALE, 16 agosto – Reggere il passo dei centri balneari è difficile. Sfidare l’ebbrezza del bagno di mezzanotte e del falò in spiaggia è come giocare una partita persa in partenza. Troppo più forte la voglia di divertimento leggero, in tipico clima ferragostano e vacanziero, per poter sperare di viaggiare alla stessa velocità.
Però, in tutta sincerità, non qualcosa in più, ma almeno qualcosa ce la saremmo aspettata. Ed invece no. Nulla, purtroppo nulla. Per la vigilia di Ferragosto, quando altre località brulicano di turisti o di gente desiderosa di spensieratezza e refrigerio, Monreale è rimasta desolatamente ai margini. Poca gente nelle due piazze, ancora meno, per non dire nessuno, lungo il corso principale. Diciamola tutta: il paese era una vera spelonca. L’unico quadro di caos ed affollamento lo davano le automobili parcheggiate accanto al duomo, in piazza Vittorio Emanuele, come documenta la nostra foto (ma questa è storia praticamente di ogni giorno).
Tanta malinconia davvero, pensando, non a Mirabilandia o a Copacabana, ma più semplicemente a comuni vicini a Monreale, che – con tutto il rispetto – di Monreale non hanno la storia, il patrimonio monumentale e nemmeno le potenzialità culturali. San Giuseppe Jato, giusto per fare un esempio, o Corleone, o qualche altro centro più o meno di questo calibro, propongono un minimo di iniziative, di manifestazioni di intrattenimento, che contribuiscono a mettere sù uno straccio di cartellone e soprattutto ad animare un’estate che, invece, qui a Monreale, sotto questo punto di vista, sembra inverno inoltrato.
L’appello all’amministrazione lo lanciamo e lo lanciamo accorato, così come all’associazione dei commercianti monrealesi, che l’estate scorsa in efficace sinergia avevano organizzato i “Notturnia”, delle bellissime serate in cui la città era sembrata viva, vivace ed allegra. Serate che la cittadinanza aveva molto apprezzato partecipando in maniera massiccia alle varie iniziative proposte.
Sarebbe un modo efficace per dimenticare in fretta questi giorni di malinconia agostana, che, varcati i confini territoriali, si trasforma invece, in allegria e convivialità estiva.