Una guerra tra "poveri"

MONREALE, 17 marzo - Se è solo un rimpallo di accuse tra dipendenti dell’Ato, se queste serviranno ad aprire un’inevitabile indagine delle Forze dell’Ordine, se una madre grida la sua disperazione per il marito che non lavora, se l’aula del Consiglio si trasforma in un’aula di tribunale, allo siamo certamente in presenza di una guerra tra poveri.

Ha evidenziato sostanzialmente questo la seduta odierna del Consiglio comunale, convocata su richiesta di alcuni consiglieri, per dibattere le problematiche dei dipendenti dell’Ato, da oltre un mese sospesi dal servizio e per questo ormai (come dar loro torto…) in un forte stato di prostrazione per non poter mantenere le proprie famiglie.

Una seduta che nel suo titolo di convocazione recitava “prospettive e soluzioni”, ma che, purtroppo, non ha evidenziato né alcune prospettiva, né, ancor di più, alcuna soluzione. L’unica cosa emersa è la disperazione dei dipendenti, che si trovano senza lavoro, senza risorse per le proprie famiglie e con l’aggiunta di vedere un servizio reso da una società esterna, la Tech, che i cittadini stanno pure cominciando ad apprezzare, perché espletato in maniera qualitativamente ineccepibile. Tutto questo mentre la politica si accartoccia su stessa e trova (per forza di cose) difficile ogni decisione da adottare. Una politica, per usare un’espressione siciliana che appare quanto mai calzante, che sembra ispirata al detto: “Mentri u mericu sturìa u malatu sinni va”.

Ma se la politica stenta a trovare con facilità soluzioni idonee a consentire il ritorno al lavoro dei 276 dipendenti, anche questi certamente non stanno facilitando il compito. “Accoltellarsi” a vicenda, per di più in pubblico, non è certo la soluzione migliore per percorrere la strada che porta alla stabilità lavorativa. Oggi, più che mai, occorre l’impegno di tutti. Occorre remare tutti assieme e tutti nella stessa direzione ed abbassare tutti i toni. Il momento è già drammatico di suo, la sfida all’Ok Corral non fa bene a nessuno.