"VitAllaVilla", una battaglia di civiltà

MONREALE, 18 novembre – Il messaggio è chiaro e vuole affermare un principio semplice: la villa è di tutti e sta a cuore a tutti. Operiamo tutti assieme perché questo spazio, l'unico angolo di verde della nostra città, torni al decoro ed agli splendori di un tempo.

Va in questa direzione l'azione condotta con tenacia in questi giorni da Rodolfo Lo Iacono, professione: cittadino. Un monrealese come tanti altri, che, assieme a qualche volontario che ne condivide le finalità, ha a cuore le sorti della villa Belvedere.
Uno spazio di grande importanza nel cuore e nei ricordi di ogni monrealese, purtroppo, ormai, da tre anni e mezzo, alle prese con mille problemi e soprattutto con uno stato di degrado e di abbandono veramente imbarazzanti.

I guai grossi della villa cominciarono venerdì 4 marzo, era la vigilia di Carnevale, quando una frana interessò il muro di sostegno sotto la ringhiera che consentiva di affacciarsi per ammirare il panorama della Conca d'Oro. Da allora tanta sofferenza per "il giardino pubblico " per eccellenza della cittadina normanna, dove ciascun monrealese ha almeno un ricordo bello della propria vita.

Da quel giorno la vita della villa è stata caratterizzata da una iniziale chiusura, da una riapertura a scartamento ridotto, con tanto di rete di recinzione che ne delimita l'area fruibile, ma soprattutto da una sensazione di poco interesse, manifestata finora sia dalle amministrazioni comunali, che, purtroppo, anche dalla gente comune, che vive il degrado della villa con una sorta di inspiegabile distacco.
Ecco perché l'azione di Rodolfo Lo Iacono diventa di particolare importanza. L'ormai famoso progetto "VitAllaVilla", da lui lanciato, che corre sui social con una pagina Facebook ricca di spunti e di belle immagini, comincia a fare sul serio.

Il gruppo ha chiesto (ma non ancora ottenuto) un incontro con il sindaco Piero Capizzi, formulando sinteticamente alcune richieste da sottoporre al primo cittadino. Istanze che vanno tutte nella stessa direzione: decoro per uno spazio magnifico, perché possa tornare al centro della vita sociale e culturale di Monreale e faccia dimenticare la barbarie dei giorni nostri fatta di incuria, ma pure, purtroppo, di aggressioni per i custodi, e quasi di una situazione di impotenza.

I tempi di "don Paolino", il custode rispettato da tutti, quando la villa era il fiore all'occhiello della vita monrealese, sono purtropo lontani. Occorrono tante azioni come quella di Rodolfo per vincere una tristezza che rischia di prendere il sopravvento.