Nassiriya, un ricordo che va rafforzato

MONREALE, 12 novembre – Il 12 novembre, per ogni monrealese, non è affatto un giorno come tanti altri. È il giorno in cui si ricorda quella che è passata alla storia come la "strage di Nassiriya" nella quale venne ucciso, assieme a 18 nostri connazionali, il vicebrigadiere monrealese dei carabinieri, Domenico Intravaia.

Il 12 novembre 2003, pertanto, proprio per questo motivo, è un giorno listato a lutto nella memoria di ogni monrealese, perchè ricorda una delle pagine più tristi della storia d'Italia recente e di Monreale in particolare. Un giorno in cui il nostro Paese, impegnato in una missione di pace in Iraq, subì uno schiaffo pesante, soprattutto per il dazio pagato in termini di vite umane, che certamente ha lasciato lividi evidenti sul volto di tutti noi.

Per Monreale, va da sé, quel giorno ha un significato ancora più profondo, dal momento che vittima del tritolo iracheno fu anche un nostro concittadino, uno che conoscevamo e stimavamo in tanti, la cui scomparsa ha lasciato, sulla famiglia, prima ancora che sull'intera comunità, cicatrici difficilmente rimarginabili.

Monreale, come è giusto, si fa trovare sempre pronta all'appuntamento con le commemorazioni. Quei pochi minuti di fronte alla sepoltura dell'eroe caduto in Iraq, mentre risuonano le note del silenzio che rendono onore ai caduti, da sole valgono di più di tanti fiumi di parole.
Crediamo, però, che tutto ciò sia soltanto quello che nei rapporti lavorativi si chiama "il minimo sindacale" e che il ricordo di un fatto di questa portata vada onorato in maniera più incisiva.

Se con l'istituzionalizzazione di una giornata del ricordo, se con l'intitolazione di una via, se con l'istituzione di momenti di studio nelle scuole dell'obbligo, se con altre forme idonee di commemorazione, è un tema che lasciamo alla politica locale e sul quale si potrà dibattere a lungo.
Purchè qualcosa si faccia, purchè la memoria venga onorata secondo modalità in grado di resistere alle corrosioni del tempo. Le giovani generazioni avanzano e proprio per questo dobbiamo fare in modo che non si dimentichi chi è morto anche per loro.