"Torno al mio paese, ma vi porterò sempre nel cuore"
MONREALE, 8 ottobre – A salutarlo si è riunita tutta la comunità parrocchiale, quella dei "Santi Vito e Francesco", che ha reso omaggio a monsignor Rosario Bacile, che l'arcivescovo di Monreale Salvatore Di Cristina ha trasferito a Bisacquino, suo paese natale.
Un saluto dopo tre anni e tre mesi di reggenza della parrocchia, ma soprattutto dopo 36 anni vissuti a Monreale, con una lunga pausa a Chiusa Sclafani.
A tributare il giusto saluto a monsignor Bacile c'era pure il sindaco, Filippo Di Matteo, che ha consegnato al sacerdote lo stemma della città ed un'acquasantiera con l'immagine del Cristo Pantocratore, ma c'erano anche gli assessori Lia Giangreco, Nazzareno Salamone, il consigliere provinciale Toti Zuccaro, presente pure una rappresentanza della comunità neocatecumenale ed il consigliere comunale Giuseppe Romanotto che ha rivolto a monsignor Bacile un saluto a nome della comunità parrocchiale. Presente anche il comandante della Compagnia dei carabinieri, capitano Paolo Del Giacomo.
"La notizia, arrivata il 14 agosto – sono state le parole di monsignor Bacile nel suo discorso di commiato – ha portato smarrimento e dispiacere. La storia, però, si legge anche con gli occhi della fede. Sappiamo di aver lavorato per creare un ambiente di dialogo. Ogni parroco deve sforzarsi di condurre gli uomini a Cristo. Ci siamo riusciti? Ogni esortazione del parroco, comunque, ha spronato a ritornare sulla retta via. Giorno dopo giorno abbiamo ricostruito la comunità parrocchiale, ma il tempo è stato breve. Esorto tutti ad impegnarsi si più, la chiesa ha bisogno di tutti. Sento le difficoltà del distacco e se non si fosse trattato del mi o paese, mai avrei accettato di andare via da qui. Vi porto sempre nel mio cuore e nel mio cuore c'è posto per tutti. Un augurio al nuovo parroco. Accompagnatelo con la vostra preghiera".
Monreale perde un grande sacerdote – ha detto dal canto suo il sindaco Di Matteo – Monsignor Bacile, infatti, è sempre stato vicino a tutti e non ha mai fatto mancare il suo conforto e parlo anche per esperienza personale. Grazie per tutto quello che ha fatto per la cittadinanza".
"E' stato presente nei momenti difficili come in quelli felici – ha aggiunto Romanotto, che ha sottolineato come si deva all'impegno del parroco il restauro dell'organo della chiesa – Non possiamo dimenticare – ha poi aggiunto – che dopo 43 anni ha ripristinato la festa dell'Immacolata alla maniera tradizionale, con lo svolgimento della processione".
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